Occhi puntati sul rally d’estate del titolo Banco BPM che è passato dal minimo registrato il 24 maggio – 1,043€ ad azione – al massimo di ieri – 1,441€ ad azione – con una crescita superiore al 38%. Siccome l’economia, per quanto si possa vedere, non sembra essere impostata ad una crescita da record, gli osservatori più attenti leggono i segnali in arrivo sia da Milano che da Siena. Dopo la fusione Intesa-UBI Banca si pone la necessità di creare un terzo polo bancario forte nel Paese (attenzione, perchè Unicredit potrebbe diventare ancora più internazionale lasciando quindi lo spazio per un nuovo campione nazionale) e tutti guardano alla più antica banca al mondo, il Monte dei Paschi di Siena, ripulito dopo il massiccio intervento dello Stato e l’ex Banca Popolare di Verona, finita – matrimonio dopo matrimonio con le Popolari di mezza Italia – in dote a quella di Milano per dar vita al Banco BPM.
Il nuovo ad del Banco, Giuseppe Castagna, non esclude affatto l’ipotesi di una ulteriore aggregazione per rafforzare sia la banca che il mercato, puntando così a creare più valore per gli azionisti; il MEF vuole uscire dal MontePaschi ed ha scelto come advisor Mediobanca dove è in corso un duro confronto fra gli azionisti. Anche la stessa Mediobanca è al centro di non pochi appetiti, visto il suo ruolo nell’economia italiana e, fra le tante, nelle Assicurazioni Generali. L’idea sarebbe questa: diluire in Mediobanca il peso di Leonardo Del Vecchio che sta sulle balle a tanti; far uscire lo Stato dal MontePaschi; trovare un azionista di riferimento al Banco BPM. Castagna, Ad “scaligero”, ipotizzava anche un cavaliere bianco europeo, magari tedesco. Roma invece sembra puntare ad un triangolo sull’asse Milano-Siena-Verona (questo lato l’abbiamo aggiunto per carità di patria). Il nuovo polo, vedrebbe sia la presenza dello Stato, sia il controllo del 13% delle Generali che, magari, potrebbero sviluppare su questo versante un nuovo polo di bancassicurazione usando, altra ipotesi, le liaison scaligere fra Banco e Cattolica. Fantaeconomia, senz’altro. Resta il fatto che sul titolo si concentrano gli acquisti e il valore cresce. Se saranno boutade estive o l’inizio di un nuovo valzer nel risiko bancario lo vedremo nelle prossime settimane. Una certezza: Verona è al traino e non guida questo cambiamento. Con tutte le conseguenze del caso.