Autonomia über alles da una parte, nazionalismo tricolore dall’altra. Per alcuni mettere insieme le due cose era come l’impresa era come fare la quadratura del cerchio. Invece la quadratura del cerchio c’è stata. Lega e Fratelli d’Italia hanno sancito che l’alleanza in vigore a livello nazionale vale anche in Veneto per le prossime regionali. Ma come si fa a far quadrare il cerchio dell’Autonomia con quello del nazionalismo? Si fa, si fa… ricorrendo al classico sistema del “io ti dò una cosa a te, tu mi dai una cosa a me“. Così Fratelli d’Italia ha dovuto bere il calice amaro, se non altro a livello romano, dell’autonomia e la Lega in cambio ha dovuto accettare di coniugarla con il presidenzialismo, vecchia bandiera della destra almirantiana. Così sono tutti contenti e in Veneto la coalizione di Salvini, Meloni e…Berlusca s’avvia a raccogliere uno dei successi più ampi della propria storia, tanto che i sondaggisti non perdono neanche più tempo ad analizzare le intenzioni di un voto plebiscitario in favore di Zaia e del centrodestra.
Una quadratura del cerchio non nuova. La storia si ripete. Chi c’era e non ha la memoria corta ricorderà che qualcosa del genere era accaduto anche nel 2001 quando Fini, centralista e romanocentrico, per poter essere accettato nella costituenda Casa delle Libertà, allora pesantemente condizionata da un Bossi appena uscito dal secessionismo, fu costretto ad accettare il federalismo. L’escamotage per fargli bere l’amaro calice fu anche allora l’impegno da parte degli alleati di perseguire la modifica della Costituzione in senso presidenziale.
Ma in fin dei conti autonomia e presidenzialismo non sono per nulla antitetici, corrono su due binari istituzionali assolutamente compatibili. Sono i fans dell’autonomia e del presidenzialismo semmai ad essere più incompatibili fra loro delle loro idee. Ma si devono rassegnare. La storia li ha condannati a marciare assieme. Meglio così.