A distanza di tre anni dal varo della legge veneta che, tra le prime in Italia, ha promosso e valorizzato l’invecchiamento attivo, sono stati finanziati complessivamente 125 progetti, con un budget per progetto generalmente compreso tra i 20 e i 50 mila euro, con un  finanziamento totale di 3.638.838 euro. I destinatari delle risorse sono istituzioni e soggetti di natura pubblica o privata no profit, compresi enti religiosi associazioni di volontariato e di promozione sociale, fondazioni aventi sede nel territorio veneto in forma singola o in partenariato.

L’intervento regionale, articolato complessivamente in 4 azioni nel biennio,  valorizza progettualità  volte a) alla promozione e al sostegno dell’attività fisica e di benessere, b) all’implementazione di attività di utilità sociale e promozione di forme di cittadinanza attiva e pratiche di solidarietà sociale, c) all’educazione permanente e alfabetizzazione digitale nonché d) alla promozione e facilitazione alla fruizione del patrimonio culturale delle competenze accumulate dalle persone anziane.

Sono state finanziate 34 progettualità per la prima azione, 76 per la seconda, 7 per la terza e 8 per la quarta. L’implementazione di attività di utilità sociale e promozione di forme di cittadinanza attiva e pratiche di solidarietà sociale è, quindi, l’azione che ha visto il maggior coinvolgimento da parte degli enti del territorio.

“La legge ha inteso affermare il principio per cui  l’invecchiamento attivo non riguarda solo lo stato di salute, quale assenza di malattia – sottolinea Manuela Lanzarin, assessore alla sanità e al sociale del Veneto – ma è un processo attraverso cui la persona, anche con l’avanzare dell’età, continua a mantenere un impegno e ruolo attivo nell’ambito delle diverse dimensioni della vita quotidiana e della società. Il numero e la consistenza dei progetti realizzati e la rete dei soggetti coinvolti, confermano la validità di questo cospicuo investimento nelle relazioni e nel benessere degli oltre 600 mila veneti tra i  60 e i 75 anni.  Sono le generazioni che hanno ‘costruito’ il Veneto di oggi e che tanto ancora possono dare in termini di partecipazione, interessi, esperienza, energie e solidarietà. I progetti realizzati sinora dimostrano appunto che invecchiare non significa necessariamente diventare più fragili ed uscire dalla scena sociale: l’85 per cento dei sessantenni e settantenni di oggi gode di ottima salute e sono risorse preziose per le nostre comunità”.