(di Stefano Tenedini) Mentre la curva dei contagi sembra appiattirsi, passata – si spera – la parte peggiore dell’ultima orribile settimana meteo, compresa la minaccia della piena dell’Adige, Verona vorrebbe tirare il fiato anche sotto il profilo economico. Grazie alla notizia, per ora solo anticipata, che la ripresa della produzione secondo Bce e Bundesbank potrebbe non essere lontana. Ci puntano le decine di aziende veronesi grandi e piccole legate a filo doppio con il sistema manifatturiero tedesco. Città e provincia sono disseminate di multinazionali del made in Germany, che qui hanno una base stabile sia per il mercato italiano che per il commercio e la logistica, senza contare i rapporti diretti con i principali settori industriali tedeschi. Imprese che si potrebbero avvantaggiare con la ripresa del potenziale produttivo in Europa e Germania.
I dati segnalano una possibile inversione della tendenza. La BCE ipotizza un rimbalzo dell’economia dell’Eurozona nel III trimestre, anche se il recupero non basterà a riportarci in fretta ai livelli pre-Covid. Già il II trimestre (anche con una perdita del 12,1%), mostrava lievi progressi sul mese di giugno. E se non ci saranno nuovi lockdown, la ricostruzione potrà iniziare.
Ancora più convinta la Bundesbank, che prevede per l’economia tedesca una ripresa “significativa” sempre nel III trimestre. “Il recupero si è attivato già a maggio e le rilevazioni indicano che la tendenza prosegue e la produzione economica dovrebbe risultare in sensibile aumento”. Data la dimensione del “buco” di primavera c’è ancora molto da fare prima di una normalizzazione globale (anche pensando a nuovi contagi), ma lo scenario rimane positivo.
Guardando a Verona, i brand tedeschi sono presenti da sempre e presidiano i principali settori produttivi: dall’auto all’alimentare e all’agroindustria, dalla meccanica ai servizi, dal commercio alle banche. C’è poi il solido presidio nei nodi strategici dei trasporti e della logistica. E se la Germania è la locomotiva d’Europa, Verona è tra i suoi “vagoni panoramici” che auspicano una rapida ripresa. Lo conferma l’avvocato Silvio Marzari, rappresentante locale della Camera di commercio Italo-Germanica, esperto dei legami tra le due economie. «In questo momento stanno arrivando segnali di segno diverso in base al tipo di imprese. Alcune, poche – spiega – sono presenti nella produzione, mentre altre più numerose si occupano del commercio dei prodotti. Aziende che non avranno un ritorno immediato di attività, anche se ne beneficeranno poi, in un secondo momento. Ma c’è una terza tipologia, costituita dalle aziende dai trasporti che sono sorte e prosperano intorno alle aree logistiche di Verona, che sono tra le più efficienti d’Europa e viaggiano a pieno regime. Un settore che funziona e sarà il primo a valorizzare l’attesa ripresa del mercato”.
«In termini generali – aggiunge Marzari – si usa dire “se i vicini stanno bene, stiamo bene anche noi”. Una regola empirica che nel caso dei trasporti si è dimostrata spesso vera, perché far viaggiare le merci rapidamente e con la massima efficacia è fondamentale per mettere a frutto la ripresa produttiva. Sono tutti fattori che possono influenzare positivamente la ripartenza delle nostre imprese: non penso solo al vino o ad altri prodotti alimentari di alta qualità, ma anche a meccanica e macchine utensili, ai settori innovativi. E si affacciano nuovi progetti, come quello del terminal ferroviario intermodale a Isola della Scala. Insomma, per Verona le premesse sono tante e positive».
Sarebbe indubbiamente una buona notizia, visto che in media l’andamento di molte imprese veronesi durante e dopo il lockdown è stato pesante. Il settore automotive è tra quelli che hanno subito i peggiori arretramenti, ma è tutta l’industria ad aver sofferto. A maggior ragione sarebbe utile veder ripartire i comparti più connessi alla Germania, che direttamente e di riflesso generano un interscambio storicamente fondamentale per il Pil dell’area scaligera.
Senza contare il lavoro: «Ci sono oltre 5000 persone occupate nelle aziende legate al mercato tedesco, e poi c’è l’indotto – conclude Marzari –. Per capire quanto “pesa” la Germania per Verona basta fare nomi come Bmw, Man e la stessa Volkswagen, ma anche catene della distribuzione come Lidl, Douglas o Aldi. Il vantaggio competitivo di Verona è determinato anche dalla posizione all’incrocio delle vie di comunicazione, ed è su questo che bisogna puntare».
In attesa di dati ufficiali dall’ufficio statistico di Wiesbaden le imprese intanto possono cominciare a scaldare i motori. A rafforzare l’auspicata ripresa della produzione tedesca dovrebbero essere confermati anche gli stimoli monetari e finanziari già approvati dal governo federale. Le contromisure proseguiranno probabilmente nel 2021, contribuendo a rafforzare la produzione industriale della Germania e gli scambi commerciali. Così le aziende veronesi potrebbero trovare nuove energie e rinnovare i rapporti con le filiere trainanti tedesche.