Ci sono cresciute un paio di generazioni di veronesi, i campi da tennis di Ponte Crencano hanno oggi i giorni contati. Spiega infatti Michele Bertucco, consigliere a Palazzo Barbieri per Sinistra in Comune: «Dimezzata in sede di adozione della Variante 23 bis a seguito delle nostre pressioni come minoranze, la scheda norma numero 8 riguardante l’ex circolo Unicredit di Ponte Crencano è stata ripristinata della sua originaria caratura (2.400 metri quadrati di nuove edificazioni) in sede di approvazione della variante stessa. In questo modo sono stati condannati alla cancellazione totale i campi da tennis e l’ultima area verde rimasta a Ponte Crencano. Ieri l’amministrazione ha pubblicato all’albo pretorio anche l’accordo di pianificazione firmato a fine agosto con la società Eureka titolare dell’area, il che vuol dire che presto vedremo le ruspe entrare in azione. La mancanza di polso dell’amministrazione, che ha ceduto alla fame di cemento della propria maggioranza, e la mancanza di una politica urbanistica adeguata, lascia un quartiere in forte difficoltà. Non serve infatti ricordare che a pochi metri di distanza c’è in ballo anche la mega lottizzazione all’ex Bam, attualmente in stand by soltanto grazie all’intraprendenza del Comitato Asma, rimasto l’unico soggetto a difendere la vivibilità questa zona della città».

Aggiunge Bertucco: «Abbiamo visto con le ultime piogge torrenziali quanto gravi siano i danni causati al territorio da decenni di cattiva gestione del suolo, una gestione proseguita anche negli ultimi tre anni di amministrazione Sboarina. Ma la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente con i numerosi ricorsi di cui è oggetto la variante 23. Gli uffici hanno infatti confermato che sulla Variante pendono almeno 10 ricorsi da parte di altrettanti soggetti che si sono visti negare o bocciare le proprie proposte di edificazione in varie aree della città. Tutti o quasi lamentano una disparità di trattamento rispetto a quelle schede norma che erano state inizialmente bocciate o accantonate ma poi riammesse ed approvate mediante emendamenti della maggioranza. Era chiaro come il sole, e lo avevamo più volte denunciato, che in questo modo l’amministrazione avrebbe creato dei pericolosi precedenti. E ora i nodi vengono al pettine, ma a farne le spese saranno ancora una volta i quartieri»