Si infiamma la polemica fra Giandomenico Allegri, candidato del PD e vicesindaco di Sommacampagna, e l’amministrazione Zaia. Oggi, dopo un incontro a Villa Novare – Bertani col Consorzio della Valpolicella, Allegri ha incontrato i giornalisti con l’europarlamentare Paolo De Castro – probabilmente, il miglior ministro all’Agricoltura degli ultimi vent’anni con un’expertise riconosciuto ed apprezzato nel mondo agricolo – ed ha rilanciato il problema del mancato interessamento di Venezia al settore primario veronese: «Porto l’esempio del comparto ortofrutticolo – ha sottolineato – con due casi clamorosi di disattenzione: la moria del kiwi che toglie ai produttori veronesi ogni anno 50 milioni di fatturato (100 nella complessiva catena distributiva) e per la quale non è stato fatto nulla. Il contrasto del Veneto con le iniziative messe in campo da Piemonte e Lazio al presentarsi di questa malattia è stridente. Se poi vogliamo parlare di pesche – e quest’anno fortunatamente i coltivatori veronesi son tornati a vedere un po’ di ritorno economico da questa coltivazione che era storicamente trainante per Verona – non posso non citare il caso emblematico del Centro di sperimentazione di Ponton della nostra Provincia: una struttura d’avanguardia che tanto ha contribuito alla crescita del comparto agricolo e che nel passaggio di competenze fra Provincia e Regione è stata abbandonata. Come amministrazioni locali ci siamo dette disponibili a sostenere le spese vive della ricerca perché è fondamentale capire quali sono le varietà che meglio si adattano al nostro territorio e sviluppare quindi produzioni attente all’ambiente e in linea coi nuovi gusti del mercato. La risposta della Regione, dell’assessore Pan, è stata disarmante: abbiamo il nostro Centro di sperimentazione a Rovigo, ci basta quello. Come se il suolo del Polesine e quello morenico nostro fossero la stessa cosa. In fondo, poi, alla Regione chiedevamo soltanto di seguire la parte documentale e la letteratura esistente…al resto avremmo provveduto noi».
Paolo De Castro (qui la nostra intervista esclusiva) ha ricordato ai produttori veronesi gli ultimi provvedimenti dell’Unione Europea: il recente dibattito ha “salvato” sino al 2027 il volume complessivo di finanziamento della politica agricola (primo capitolo di spesa dell’Unione sotto attacco dopo la Brexit) con un regime transitorio sino al 2022 che permetterà alle imprese di avviare la propria programmazione: confermate ed ampliate le iniziative OCM (la promozione sui mercati esterni alla UE e, da dopo la Brexita, anche su quelli interni) con una quota più alta di aiuto per coprire tutte le spese aziendali e, soprattutto, confermata la svolta “Farm to fork” e il “Green Deal” che permetteranno all’Italia (già leader nel biologico in Europa) di accrescere il valore delle proprie produzioni.