(di Gianni De Paoli) Sono tre i fatti che caratterizzano le regionali in Veneto: la grande popolarità di Luca Zaia, il risultato eclatante del centro-destra, l’ascesa di Fratelli d’Italia. Zaia sarà confermato governatore per la terza volta. Già questo è un successo. Ma se si pensa che vincerà con percentuali attorno all’80%, che è uno dei politici più apprezzati dagli italiani con il 54% del gradimento, allora la domanda che sorge spontanea è: sarà lui il prossimo capo del governo in caso di vittoria del centrodestra? Già, perché, o prima o poi le elezioni politiche dovranno pur farle! E allora sarà la coalizione a trazione Salvini/Meloni a vincere. Si aprirà così un capitolo nuovo della storia del paese.
L’altro fatto è il successo del centrodestra in Veneto. Si scrive centrodestra, ma si pronuncia destra, dato che di centro, dopo la dissoluzione di Forza Italia, n’è rimasto ben poco nello schieramento che si attesta attorno all’80%, roba mai vista in Italia! Mario Adinolfi, fondatore del Pd e ora del “Popolo della Famiglia“, giornalista, è stato il primo ad additare all’attenzione degli osservatori politici (qui il nostro articolo) il fenomeno veneto, destinato ad avere ripercussioni al livello nazionale. Effettivamente nella storia della Repubblica non s’era mai visto un successo di tali dimensioni di una destra di governo ormai radicata. “Un laboratorio da studiare” secondo Adinolfi per capire che cosa accadrà in Italia nel prossimo futuro, anche in relazione alla crisi della sinistra, che in questa regione è totalmente marginale.
C’è infine la grande ascesa di FdI, frutto sicuramente di un travaso di voti dalla dissolta Forza Italia, ma anche risultato di un’offerta politica alternativa alla Lega all’interno del centrodestra, soprattutto per la qualità del personale umano. L’alto gradimento della sua leader, un’immagine di destra decisa e coerente e al tempo stesso rassicurante sono alla base del successo a due cifre che si prospetta per il partito della Meloni.