(di Gianni De Paoli) E’ paradossale, ma quella che rischia di più alla regionali di domenica prossima è la Lega. Sì, proprio la Lega, il partito di Zaia. Rischia, perché la Lista Zaia, sull’onda del consenso che si è creato attorno al governatore più amato d’Italia, farà il pieno di voti. E lo farà soprattutto a spese della Lega. Rischia per modo di dire, perché la Lista Zaia è stata fatta dai dirigenti leghisti ed è composta quasi interamente da iscritti alla Lega, ma alla fine della fiera nel conto dei voti risulterà dietro alla lista del Presidente. Rischiano molto di più i singoli candidati della lista ufficiale del Carroccio, che potrebbero accedere ad un numero di seggi inferiore rispetto a quello attuale.

Alle regionali del 2015 la Lista Zaia col 23% prese 13 consiglieri. La Lega col 17,8% ne prese 10. Se il 20 settembre, come prevedibile, la Lista Zaia raddoppiasse i voti e quindi gli eletti, è verosimile che ciò avvenga a scapito degli altri partiti del centrodestra, prima fra tutte la Lega, che vedrebbero ridotta la sua rappresentanza “ufficiale” in consiglio regionale e la non rielezione di diversi consiglieri uscenti.  Ma la cannibalizzazione, se pur in maniera più contenuta, potrebbe estendersi anche agli alleati

Per Fratelli d’Italia, in grande crescita – alle ultime regionali ebbe il 2,60 % con un solo eletto- sono previste percentuali a doppia cifra attorno al 14%, il che significherebbe moltiplicare per sei o per sette il risultato del 2015 e quindi anche la rappresentanza a Palazzo Ferro Fini. Questo trend potrebbe però essere ridimensionato dalla Lista Zaia.  Decisamente brutta invece la situazione di Forza Italia, che alle scorse regionali conseguì poco meno del 6% eleggendo tre consiglieri. Il partito è in dissolvimento, l’immagine indebolita ed è quindi la preda ideale per la Lista Zaia che potrebbe addirittura succhiarle voti fino a impedire l’elezione anche di un solo consigliere.