(b.g.) Certamente la sua è stata la scelta che ha fatto più scalpore in queste Regionali: l’ingresso di Flavio Tosi in Forza Italia e la candidatura del suo fedelissimo Alberto Bozza per Palazzo Balbi ha smosso le acque tutto sommato tranquille di una competizione nata già morta, uccisa dallo schiacciasassi Zaia. Soprattutto, ha fatto rumore la scelta di contarsi fatta da Flavio Tosi e dai suoi fedelissimi, a due anni dalle prossime Amministrative della città. In altre parole, se il risultato sarà buono Tosi si candiderà avendo alle spalle un partito col blasone come Forza Italia, ma se non sarà così buono dovrà correre i prossimi mesi sempre in salita.
Tosi, sicuro di aver fatto la scelta giusta?
«Sì, ci abbiamo pensato molto; il dialogo con Forza Italia era iniziato da tempo e del resto, in questo Centrodestra soltanto Forza Italia rispecchia quei valori di moderazione, attenzione alle imprese ed alle persone, pragmatismo, che hanno affascinato e convinto milioni di Italiani nel recente passato. Oggi, forse, lo smalto si è un po’ incrinato, ma l’ingresso di energie nuove non potrà che riportare entusiasmo. Certo che sarà una conta! e sarà una conta vera. Ma noi abbiamo un candidato preparato – Alberto Bozza – che è stato un ottimo assessore: ha competenza da vendere, ha iniziato vent’anni fa dalla gavetta ed ha l’esperienza per fare un ottimo lavoro a Venezia per Verona. Avere la sua candidatura rappresenta per noi un valore aggiunto».
Qual è l’asticella che determinerà il successo della vostra scelta?
«La nostra ambizione è di vedere martedì Alberto primo degli eletti di Forza Italia a Verona e nel Veneto. Guardi, incontriamo tantissime persone in questi giorni: ci confermano che avevano voglia di una candidatura forte per Forza Italia. Certo siamo consapevoli che non sarà una gara facile, anche perché in politica è sempre più comodo saltare sul carro del vincitore, e oggi Forza Italia così non appare, però in tanti ci chiedono di andare avanti, sono loro che ci danno fiducia».
Zaia farà l’asso pigliatutto: vuol dire che il prossimo Consiglio regionale sarà “suo”. Questo rafforzerà ancora di più il “triangolo d’oro” a scapito di Verona…
«Per questo dobbiamo mandare una persona preparata, con gli attributi, come Alberto. Perché uno così non farà il soldatino di Zaia, difenderà gli interessi di Verona dalla visione Patreve-centrica della Regione. I soldatini lo faranno gli altri, quelli senza mestiere e senza preparazione. In politica ce ne sono tanti, Alberto Bozza non è di questi. Quindi, dico ai veronesi di fare un investimento per il loro futuro scegliendo un consigliere che nella maggioranza difenderà gli interessi scaligeri».
Facciamo un salto nel tempo e siamo già a martedì mattina: Zaia ha doppiato la lista ufficiale della Lega. Cosa cambia?
«Niente, cosa deve cambiare? Stiamo assistendo al gioco delle parti. La Lista Zaia è al 90% composta da uomini della Lega scelti da Salvini. L’articolazione territoriale della Lega in Veneto è commissariata e gestita da salviniani. Saranno tutti sugli attenti, belli allineati, già martedì».
Quindi niente competizione interna per la leadership?
«Intendiamoci, il futuro di Luca Zaia è a Roma. Glielo impone la legge sul numero dei mandati (fra l’altro, una cosa assurda che soltanto l’Italia ha fra i grandi Paesi d’Europa e che andrebbe cancellata: debbono decidere i cittadini se confermare o meno, e per quante volte gli pare, un presidente…) e glielo impone il suo profilo politico. E’ già stato ministro, è competente, a Roma non potrà che far bene. E, attenzione, Salvini potrà aver riempito la lista Zaia di uomini suoi, ma i voti della gente verranno dati a Zaia: il segnale politico martedì sarà comunque fortissimo».
Tutti danno Zaia al 75-80%. Se prende il 65% sarà un dramma…
«Se prende il 65% ci sarà da festeggiare comunque, perché sarà un risultato straordinario. Io credo che, alla fine, chiuderà sul 70%. Stiamo parlando di una vittoria mostruosa che non passerà senza contraccolpi».
I contraccolpi arriveranno a Verona…
«Poco ma sicuro. Del resto, in questa Giunta dove il 50% degli assessori se ne vuole andare e si candida per la Regione – e qualcuno verrà pure eletto – il segnale di scollamento è evidente. E il primo a preoccuparsi da martedì dovrebbe essere lo stesso Sboarina».
Forza Italia è in maggioranza a Palazzo Barbieri: farete anche voi da puntello da martedì al sindaco?
«Assolutamente no. In nessun caso e per nessuna ragione. Sono in Consiglio comunale dal 1994: pensavo di averle viste tutte, ma una Giunta così disastrosa non l’ho proprio mai incontrata. No, ribadisco: nessun puntello».
Tosi, quando parla di ricostruire il Centrodestra delle origini, quello con Forza Italia dominus della coalizione, pensa anche a quei centristi che oggi stanno altrove: Calenda, la Bonino, lo stesso Renzi?
«E’ chiaro che l’obiettivo deve essere quello di costruire uno spazio comune per i moderati, tutti i moderati. C’è da fare uno sforzo importante da parte di tutti. La galassia dei partitini non farà altro che favorire i populismi. Senza questo spirito il Centrodestra che ha affascinato l’Italia non rinascerà mai».