(di Paolo Danieli) Che cos’è che fa del Veneto la regione più a destra d’Italia? Le ragioni sono nell’indole dei Veneti e nella storia. Nel Nord-est non è la destra economica, alto-borghese a vincere ma la destra popolare e interclassista. L’imprenditore veneto era lui stesso un operaio o un artigiano che s’è messo in proprio, rischiando di suo e costruendo il successo col lavoro quotidiano. Di qui un primo dato: l’identificazione fra lavoratore e datore di lavoro che genera quella coesione sociale alla base dell’omogeneità e della stabilità della scelta politica che pur con diverse sfumature si rinnova da trent’anni. Ci sono anche qui dei grandi imprenditori, ma di estrazione piccolo borghese, che non costituiscono come nel Nord-ovest, un’aristocrazia industriale lontana dal resto della società.
Il Veneto è multipolare. Non ha un polo attorno al quale gira tutto. Ciò vale sia dal punto di vista urbanistico, sia da quello sociale. Non c’è una Milano, una capitale su cui tutto si concentra, ma esistono delle città in equilibrio fra loro, un’insediamento abitativo diffuso, frutto dell’economia curtense, quella delle corti contadine, che ha favorito l’esistenza della piccola proprietà al posto del latifondo. Il potere e la ricchezza sono quindi distribuiti sul territorio.
I Veneti sono disciplinati. Il carabiniere o la servetta delle ricche famiglie borghesi dell’iconografia cinematografica della commedia italiana parlavano con l’accento veneto, segno certamente di una supponenza culturale romana, ma anche del riconoscimento dell’attitudine alla disciplina, al rispetto dell’ordine, eredità dell’impero asburgico, ma anche elemento connaturato nella nostra cultura.
Da noi si continua a parlare “in dialetto”, in realtà è una lingua. Nonostante l’italiano sia stato imposto con la scuola, la radio e la televisione, a differenza di altre regioni la lingua veneta rimane la più parlata, difficile da estinguere, segno di un forte senso dell’identità che si manifesta anche con l’attaccamento alle tradizioni popolari.
A parte Venezia, repubblica marinara e quindi mercantile, il Veneto ha una matrice culturale contadina e cattolica che permane anche dopo l’industrializzazione e la laicizzazione della società.
Tutti questi elementi – coesione sociale, collaborazione capitale-lavoro, multipolarità, ordine, identità, attaccamento alle tradizioni rurali e religiose – sono elementi sostanzialmente “di destra” che costituiscono altrettanti presupposti per il successo della destra nel Veneto.