(di Marco Marturano) Tutte le cose come sempre sono una questione di punti di vista. Oggi sette regioni scoprono chi sarà la loro o il loro Presidente e quali le consigliere o i consiglieri regionali. E già questo non sarebbe proprio poca cosa, pensando che sette regioni su 20 fanno un bel pezzo di Paese e che chi le guiderà e rappresenterà nei prossimi mesi e nei prossimi 5 anni sarà protagonista di scelte molto impegnative per l’emergenza sanitaria e per quella economica e sociale.

Ma i media e la politica lo sappiamo che guardano a questo risultato alla ricerca di una nuova mappa del futuro del Governo e del Parlamento e dei futuri protagonisti di nuovi scenari. Uno degli osservati speciali dei risultati di oggi nello sguardo sul futuro è sicuramente quello sul Presidente del Veneto. Un risultato che però si tende a vedere solo in una prospettiva che viene già data per scontata da molti. Quella che dice che la vittoria di Luca Zaia in Veneto con una distanza dalla coalizione guidata dal Pd di circa 50 punti sancirebbe la definitiva promozione del Presidente della Regione Veneto a nuovo leader nazionale del centrodestra. E nessuno può negare che un percorso che ha visto Zaia passare in tre elezioni dai circa 20 punti di scarto della prima ai circa 28 della seconda ai circa 50 della terza lo renda indubbiamente un fenomeno. Soprattutto se associamo questa evoluzione ad una sostanziale crisi stabile del centrosinistra che tra il  2010 e il 2020 mantiene più o meno la stessa percentuale con la guida del pd e presentando tre candidati presidenti  ogni volta più spostato a sinistra della volta prima.

Questo successo e il fenomeno Zaia si è arricchito inoltre della sfida da lui lanciata alla Lega con una lista Zaia che si è giocata la leadership del centrodestra con il partito di origine del Presidente del Veneto. E questa sfida ha rappresentato un altro pezzo della partita nazionale che Zaia si gioca oggi come leader del futuro imminente del centrodestra. Però c’è una prospettiva anche diversa dalla quale guardare i risultati di oggi. Ovvero le ambizioni del Presidente del Veneto sono condizionate dal risultato della Toscana. La vittoria di Giani e del centrosinistra in teoria era fino ad oggi il risultato più auspicato probabilmente in silenzio da Zaia. Come del resto forse già accaduto con Bonaccini mesi fa.

La vittoria della Ceccardi in Toscana, come sarebbe stato per la vittoria della senatrice leghista candidata Presidente in Emilia Romagna, è una potenziale rivoluzione così clamorosa e insieme così firmata Salvini da oscurare  e rendere un risultato scontato e già visto anche il trionfo e i numeri del Presidente Veneto e dei suoi partiti. Sarebbe quindi praticamente impossibile una accelerazione della corsa verso Roma di Luca Zaia nel momento in cui diventa Presidente della Toscana una candidata strettamente legata a Salvini in una regione simbolica come la Toscana. Sopratutto perché si unirebbe alla vittoria del centrodestra e della Lega in altre 5 Regioni dal nord al Sud.

La leadership del capo della Lega come il Presidente del Veneto sono attaccati alle proiezioni elettorali di oggi che per la prima volta non diranno con più precisione solo chi farà il Presidente in sette Regioni, ma diranno anche con i dati della  Toscana chi farà il candidato Presidente del Consiglio alle prossime elezioni politiche per il centrodestra. Punti di vista.