(di Stefano Pezzo *) Escludere l’ortofrutta dal DL Rilancio e quindi non poter accedere ai 426 milioni di esoneri contributivi previdenziali e assistenziali è come darsi la zappa sui piedi. Inoltre diminuire nel DL rilancio il credito d’imposta per le spese di sanificazione dal 60 al 9% dei costi sostenuti sembra proprio una beffa. Questo è inaccettabile e ingiusto.
L’ortofrutta in Italia ha numeri importanti, 25 milioni di tonnellate di produzione tra frutta e verdura, coltiviamo solo in Veneto 30 mila ettari di orticole e 20 mila ettari di frutticole e diamo lavoro a migliaia di persone nei magazzini e nelle aziende agricole che fanno parte delle nostre organizzazioni commerciali, che sostengono l’economia della regione e della nazione. Abbiamo lavorato sempre con il massimo impegno anche nel terribile periodo del lockdown con sforzi enormi per garantire le forniture senza speculazioni, nonostante le condizioni di lavoro fossero drammatiche, con aumento di costi e dei turni di lavoro per garantire la sicurezza del personale che sicuramente sono stati tra il 20% e il 30%. Abbiamo sostenuto un aggravio di costi di produzione già elevati rispetto ad altri paesi nostri diretti concorrenti e la mancanza di manodopera straniera che da sempre ci sosteneva nella raccolta, ha aggravato la condizione economica.
Il nostro settore vive un momento di grande difficoltà che è iniziato da quando è stato imposto l’embargo in Russia, che tuttora non ci permette di esportare in uno dei maggiori mercati di sbocco per i prodotti che proprio in quelle terre erano molto apprezzati e ricercati. Il danno oltre che diretto per la mancanza di esportazione è anche stato indiretto per l’abbassamento dei prezzi generato da una maggior offerta di prodotto da ogni paese europeo che normalmente esportava in Russia (Es. Polonia).
Inoltre a peggiorare la situazione si aggiungono anche avversità climatiche, come gli improvvisi nubifragi che si sono abbattuti nell’ultimo periodo nella nostra zona distruggendo intere coltivazioni e che stanno diventando sempre più frequenti; le numerose fitopatie su diverse produzioni locali, come la moria sul kiwi, la cimice o la Drosophila-suzuki su diverse colture che hanno quasi azzerato addirittura intere coltivazioni, basti pensare alla quasi ormai totale assenza di pesche e nettarine nella nostra regione. Ritengo pertanto che le nostre imprese siano da sostenere e non da penalizzare con aiuti concreti e immediati e questo era proprio l’aiuto tanto atteso e sospirato che purtroppo ci è stato negato. Se le nostre imprese non generano redditività non potranno più continuare ad esistere e questo è un grido di allarme che deve essere ascoltato dai nostri politici che auspico si impegnino molto di più per incentivare e sostenere le nostre imprese oggi più che mai.
(* Presidente Fruitimprese Veneto)