Portare forze nuove, candidati provenienti da altre aree politiche ha fatto bene a Fratelli d’Italia che in cinque anni è passato da 6.339 preferenze nella nostra provincia (un misero 1,88%) a quasi 58mila (il 16% circa) con una crescita a tre cifre. Ovviamente, triplicati anche i voti della Lista Zaia passati da 36.812 ad oltre 136mila, anche in questo caso con una crescita a tre cifre. La Lega di Salvini si consola con un più 16% a Verona, raggiungendo la soglia dei 68mila voti, 10mila preferenze in più rispetto alle Regionali del 2015.
Capitolo doloroso per i partiti che, invece, perdono consensi. Movimento 5 Stelle, meno 76%, da 46.594 preferenze a poco meno di 11mila, ben 35mila voti persi in cinque anni (quasi tre dei quali al governo nazionale); crollo a due cifre anche per Forza Italia che raggiunge i 15mila voti (dai 28.260 del 2015) soltanto grazie ai 5mila voti provenienti dalla galassia tosiana (Alberto Bozza e Anna Leso). Cede infine anche il Partito democratico: meno 22%, poco meno di 42mila voti a fronte delle 54mila di soli cinque anni fa. La geografia politica cambia nel suo perimetro interno alla maggioranza. Per Ciro Maschio, coordinatore scaligero per FDI, scommessa vinta.