(di Giorgio Massignan, Verona Polis) Ci sono riusciti! Le recenti  tempeste hanno fornito la giustificazione per tagliare i magnifici cipressi monumentali che nascondevano la facciata della brutta caserma austriaca e caratterizzavano colle San Pietro. Il compianto soprintendente, architetto Piero Gazzola, li aveva fatti piantare proprio per evitare che l’imponenza della caserma, con tutti i suoi tragici ricordi, non si imponesse minacciosa sulla città, ma fosse ingentilita da una fila di cipressi. Da molto tempo, alcune organizzazioni e singole persone, chiedevano che quei monumenti verdi fossero abbattuti, per mettere in evidenza l’architettura militare austriaca, realizzata nel periodo della loro dominazione sul Lombardo-Veneto.

In questi anni, ho assistito anche a prese di posizioni  di importanti esponenti culturali che, spinti da una corrente di pensiero che predilige l’affermazione visiva del monumento a spese, anche, di alberi che si possono ritenere, a loro volta, dei monumenti,  sostenevano l’opportunità di tagliare le magnifiche piante dei  giardini della Bra, per liberare il cono visivo dell’Arena.

Sono già stati eliminati gli alberi davanti a Castelvecchio, sulla riva destra dell’Adige e altri lo saranno. Personalmente, ritengo che la natura vada sempre rispettata e tutelata.

Gli alberi, oltre ad essere benefici per il microclima e determinanti per la bellezza del paesaggio, ci permettono di leggere il trascorrere del tempo, potendo ammirare i monumenti  in un contesto ambientale diverso, in divenire, rispetto a quando furono realizzati. Ma, purtroppo, sembra che il verde sia considerato solo un impedimento e quindi eliminato.