L’Italia conferma il suo “no” al Nutriscore: il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, insieme con l’omologo della Repubblica Ceca, e a nome di Cipro, Grecia, Lettonia, Romania e Ungheria, ha sottolineato in una nota al Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura che evidenzia come: “I codici a colori non hanno dimostrato di essere efficaci nell’aiutare il consumatore a valutare il reale valore e la qualità dei cibi. Perciò, un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello Ue dovrebbe considerare i cibi nel più ampio contesto delle esigenze quotidiane di una dieta sana, incoraggiando la varietà, la moderazione e un corretto equilibrio tra i vari gruppi di alimenti”.
Il documento pone una serie di paletti alla volontà della Commissione europea di proporre, nell’ambito della “Farm to Fork Strategy”, un sistema di etichettatura nutrizionale obbligatorio armonizzato a livello comunitario. I Paesi firmatari, in particolare, affermano che un eventuale sistema europeo non dovrà compiere una valutazione complessiva del prodotto, ma offrire al consumatore “informazioni fattuali”. È una chiara bocciatura del Nutriscore, anche perché il testo sottoscritto dai sette governi respinge sia l’utilizzo dei colori come strumento di valutazione degli alimenti, sia il generico riferimento a 100 grammi di prodotto usato dal sistema francese, che penalizza l’olio d’oliva, il parmigiano e tanti altri prodotti di qualità normalmente consumati in piccole porzioni. I Paesi firmatari, infine, avvertono che soluzioni determinate dal mercato non debbano anticipare le decisioni delle istituzioni, nazionali ed europee.
L’Italia ha recentemente varato un proprio sistema di etichettatura fronte pacco, il Nutrinform Battery, il cui approccio è totalmente alternativo al Nutriscore, perché informa i cittadini senza influenzarne indebitamente le decisioni e si basa sulla dieta generale invece che sul consumo del singolo prodotto. Lo schema costituisce la proposta ufficiale italiana per l’armonizzazione a livello Ue e il governo, una volta ricevuto il necessario via libera dalla Commissione europea nel luglio scorso, ha intensificato la propria azione volta ad allargare ulteriormente la base di consenso.
A nome delle 7000 aziende associate, Federalimentare ha salutato con favore l’iniziativa del governo italiano volta a bloccare in sede Ue l’imposizione del Nutriscore. “Ritengo molto importante che l’Italia abbia già trovato un solido gruppo di alleati contro l’avvento di un sistema fuorviante per i consumatori ed estremamente penalizzante per tutta la filiera alimentare italiana”, ha dichiarato il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, secondo il quale “va ristabilito il principio che il consumatore debba essere pienamente informato, ma non condizionato dall’alto nelle sue scelte e nelle sue preferenze”. “Sono certo – ha proseguito Vacondio – che l’approccio educativo del sistema proposto dall’Italia sarà accolto con sempre maggiore interesse, anche perché più rispettoso della cultura e delle tradizioni alimentari di ogni Paese”. “ Non dimentichiamo inoltre – ha commentato a sua volta Luigi Scordamaglia, il consigliere delegato di Filiera Italia – che la proposta avanzata dall’Italia, escludendo Dop e Igp, rappresenta un precedente importante per sancire l’unicità delle grandi eccellenze Made in Italy, prodotti di altissimo valore che non devono essere assimilati o banalizzati con qualsiasi meccanismo di etichettatura nutrizionale”.