(di Gianni De Paoli) Il siluro era ben conservato in un arsenale da qualche parte nel Veneto. L’hanno tirato fuori, lustrato ben bene evviaaaaa… ed è arrivato sul bersaglio senza troppa difficoltà. Polato è grande e grosso, e prendere la mira, magari da vicino, per colpirlo è un gioco da ragazzi. Così oggi, a una settimana dai risultati che lo hanno visto vincitore a Verona e provincia con più di 10 mila preferenze, proprio mentre Zaia sta valutando i nomi da inserire in giunta e sono in corso le grandi manovre per far prevalere un nome o l’altro, ecco che un giornale nazionale tira fuori la notizia esplosiva contenuta nel siluro: Polato nel dicembre scorso è stato condannato per aver autenticato delle firme senza accettarne l’identità nei documenti necessari alla presentazione della lista niente di meno che di Forza Nuova alle elezioni regionali del 2015. Boom! Che notizia!
Della condanna di Polato nell’ambiente lo sapevano tutti. Anche i vertici di Fratelli d’Italia che l’hanno candidato, ritenendo evidentemente ininfluente quel tipo di reato. O più semplicemente considerandolo innocente fino a sentenza definitiva.
Una notizia dove sul reato in sé – durante la Prima Repubblica per raccogliere le firme ne facevano di ogni– prevale il fatto che sia stato consumato per favorire i “fascisti” di FN. Cosa che Zaia di sicuro non gradisce e che potrebbe orientare la sua scelta su qualcun altro, magari di un’altra provincia, anche se Verona è quella dove FdI ha preso di gran lunga più voti di tutte. E’ questa la vera “colpa” che si vuol far emergere. Ma il siluro su Polato, che rimarrebbe comunque consigliere, colpisce indirettamente anche Verona che perderebbe un assessore regionale ed impedirebbe a Casali, primo dei non eletti, di accedere al seggio consiliare.