ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO (di Marco Danieli) Questa mattina il presidente dell’AMT spa Francesco Barini, il consigliere Lucia Poli e il Sindaco Federico Sboarina, hanno tenuto una conferenza stampa (qui il nostro video) presso la sede principale di Via Torbido, per annunciare la risoluzione del contratto con l’ATI, cui era stato affidato l’incarico di eseguire i lavori per la costruzione della Filovia, ormai da troppo tempo abbandonati. Il fatto nuovo è che il progetto per il nuovo mezzo pubblico rimane invariato e che il Comune di Verona e AMT vogliono proseguire i lavori.
Francesco Barini ha fatto luce sull’attuale stato di realizzazione della Filovia di Verona: ”Un quarto d’ora fa ho inviato all’ATI, l’impresa che oggi stava facendo i lavori, la comunicazione della risoluzione del contratto per gravi inadempienze. La decisone non deriva dalle ultime settimane, ma perché è sotto gli occhi di tutti che l’impresa non ha svolto o portato a termine i lavori che doveva fare. Sono notevoli tutte le contestazioni che abbiamo inviato tramite la direzione dei lavori dalla ripresa dei cantieri che abbiamo ordinato durante la Fase 2 del Covid, quindi già dal 16 di Aprile. I lavori non sono stati più ripresi perché una delle aziende affidataria dei lavori, la CLEA, è andata in concordato preventivo. Questo ha comportato un rallentamento totale su tutti i cantieri a partire dal canale stradale al deposito. Questa è stata una decisione sofferta, che non mette il punto alla realizzazione della filovia, mette un punto al rapporto tra AMT e ATI. La risoluzione del contratto prevede anche contestuale escussione della fideiussione della garanzia di 10 milioni di Euro, che oggi andremo a chiedere all’assicurazione Unipol che ha stipulato questo contratto di fideiussione.”
Le difficoltà finanziarie di Clea – sottolinea Barini -non sono in alcun modo imputabili ad Opera Filovia in quanto AMT Spa ha regolarmente pagato i lavori effettuati e fatturati versando al Consorzio Integra un totale di 5.057.515,93€»Contestualmente, sono state avviate le procedure a mministrative d’urgenza per appaltare a un altro soggetto il completamento dei lavori stradali nei cantieri aperti (via Comacchio, via Tunisi, via Caperle, via Fedeli, via Dalla Corte, via Palladio) e per l’installazione dei nuovi sottoservizi di via Città di Nimes e viale Dal Cero.
Federico Sboarina ha commentato: “Dal punto di vista del sindaco è inaccettabile. Il motivo per il quale avevo scritto le due lettere a fine Agosto, era proprio per invitare AMT a farsi parte attiva perché si ritornasse alla normalità dal punto di vista della mobilità del traffico come anche da quello dei servizi del gas nella zona ovest della città.”
Sull’argomento interviene anche Michele Bertucco: «Era il 18 gennaio 2016 e l’allora sindaco Tosi consegnava in pompa magna all’Associazione Temporanea d’Imprese (ATI) capitanata dal Consorzio Cooperative di Costruzione di Bologna i cantieri per la realizzazione del Filobus.L’allora primo cittadino dichiarava: “Anche a livello locale abbiamo i nostri “gufi”, che fino all’ultimo hanno sperato che i lavori non partissero: oggi invece è un momento importante per Verona e per i suoi cittadini, perché ha finalmente inizio un’opera fondamentale per il trasporto pubblico, che ha richiesto un finanziamento di 140 milioni di euro, coperto per il 60 per cento dallo Stato”. Oggi 5 ottobre 2020 la giunta Sboarina e AMT, ormai ricoperti dal ridicolo sulla vicenda filobus, ha deciso di revocare i lavori all’ATI per gravi inadempienze contrattuali. Si riparte quindi da zero. Ora è necessaria una gara pubblica per assegnare i lavori per la chiusura dei cantieri ancora aperti nonostante le proteste dei cittadini e il voto del consiglio comunale sulla mozione che avevo presentato a fine luglio e poi sarà necessaria una nuova gara pubblica per assegnare nuovamente i lavori per la realizzazione del sistema di trasporto pubblico. Il sindaco dovrà presentare, come previsto nella mozione, entro fine ottobre al Consiglio Comunale la “soluzione” al progetto filobus come annunciato lo scorso 4 giugno. Una soluzione completa di tutte le varianti urbanistiche necessarie, future e pregresse. Il tempo delle chiacchiere è finito, dopo più di 30 anni che si discute del mezzo di trasporto rapido di massa la città ha diritto di sapere che cosa si riuscirà a fare in concreto, ma è evidente l’incapacità del Comune e di AMT. Non è il caso di tornare sui colpevoli ritardi del passato, fatto sta che gli errori commessi sia dal Comune che da Amt denotano l’incapacità di dotare la città di un sistema di trasporto pubblico rapido ed efficiente».