(di Giorgio Massignan, Veron Polis) L’A.M.T. (Azienda Municipale Trasporti), ha dichiarato di aver rescisso il contratto con l’A.T.I. (Associazione Temporanea di Imprese), che avrebbe dovuto realizzare le infrastrutture per il filobus con le “tirache” (nella foto, la prima tramvia elettrificata di Verona) e richiesta la riscossione della fidejussione di garanzia di 10.000.000 di euro per inadempienza contrattuale. Sarà quindi indetto un nuovo concorso pubblico, per affidare ad altre ditte l’incarico per la realizzazione dell’impianto di trasporto pubblico. Si spera che, giunti a questo punto, anziché il filobus con le “tirache”, si opti per altri sistemi, forse a dei mezzi a batteria. A fine giugno, il sindaco Sboarina dichiarava che, causa la pandemia con il conseguente “distacco sociale” e la riduzione della capienza dei mezzi pubblici, il progetto per il filobus sarebbe stato accantonato. Meglio tardi che mai! Anche se si sarebbe potuto evitare il taglio di centinaia di alberi e il blocco di molte parti della città con i cantieri edilizi.
Rammento che, prima ancora dell’inizio dei lavori, alla stessa presentazione del progetto del filobus con le “tirache”, da alcuni, era stato detto che sarebbe stato un sistema superato e che non avrebbe risolto i problemi del traffico cittadino.
All’inizio dell’attuale Amministrazione, varie associazioni, comitati e singoli cittadini, avevano chiesto la bocciatura del filobus con le “tirache”, ma il sindaco Sboarina, per timore di perdere i finanziamenti pubblici e di dover pagare eventuali ammende, diede inizio ai lavori, obbligando i veronesi a subire mesi di disagi e provocando la perdita, per l’intera comunità, di gran parte degli alberi dei viali urbani. Va detto che, l’attuale Amministrazione si era trovata il progetto del filobus con le “tirache”, non solo approvato dal precedente Consiglio comunale, ma anche già appaltato alle varie ditte che lo avrebbero realizzato. Quel progetto, era stato voluto dal sindaco uscente Flavio Tosi che, per evitare eventuali cambi di programma, lo aveva blindato con penali a favore delle ditte incaricate. Poi è scoppiata la pandemia, dalla quale non ne siamo ancora usciti, ed il conseguente lockdown; i lavori per il filobus si sono fermati e da allora non sono più ripresi, lasciando intere zone urbane in condizioni, a dir poco, indecorose.
Per rispondere alle lamentele dei veronesi, più volte il Sindaco ha replicato che stava cercando la soluzione migliore per Verona e che avrebbe liquidato le imprese se non fossero ripresi i lavori al più presto. Finalmente, l’A.M.T. è intervenuta ed ora si spera che il vecchio progetto del filobus con le “tirache”, sia eliminato per sempre. Non sono in grado di capire se le aziende abbandoneranno l’appalto senza ricorrere e se verrà, realmente, proposto un nuovo progetto meno impattante e più efficiente. Da sottolineare che le ditte incaricate di fornire i vecchi mezzi di trasporto con le “tirache”, li stanno già producendo.