(di Gianni De Paoli) Regione. Gli eletti sono stati proclamati. La Corte d’appello di Venezia ha solo fatto una piccola sorpresa al M5S, proclamando consigliere la grillina Elena Baldin al posto di Roberta Vianello della Lista Zaia, entrambe veneziane. Un posto in più per l’opposizione, uno in meno per la maggioranza. In realtà cambia poco o niente. Quello che si attende adesso sono le nomine della giunta che il Doge dovrebbe fare la settimana prossima, martedì o mercoledì, e che andranno a dirimere i dubbi che ancora ci sono in riva all’Adige su quanti saranno gli assessori veronesi. L’unica sicura è Elisa De Berti, Lega, che dovrebbe essere riconfermata nel suo ruolo e, si dice, anche promossa vice-presidente delle giunta. Entrerà al suo posto Marco Andreoli quale primo dei non eletti del Carroccio, giovane ingegnere che l’anno scorso per un pugno di voti non venne eletto sindaco di Negrar. Andreoli è “figlio d’arte”: il padre Remo, famoso chirurgo proctologo, è stato senatore della Lega, è un grande esperto di politiche sanitarie ed è una delle colonne del partito di Verona.
Una concreta possibilità di entrare in giunta c’è anche per Stefano Valdegamberi, ras della Lessinia e recordman di preferenze della lista Zaia. Più incerta la situazione per Daniele Polato, arrivato primo nella gara a colpiti migliaia di voti. Secondo logica l’assessore dovrebbe farlo lui in considerazione del fatto che Verona è stata la provincia del Veneto dove FdI ha avuto di gran lunga più voti. Ma in politica non sempre due più due fa quattro. Così potrebbe accadere che l’assessorato vada o a Vicenza o addirittura a Venezia. Polato in questo caso riceverebbe la vicepresidenza del consiglio, di fatto una carica onorifica, priva di sostanza politica. Morale: i fratelli e le sorelle d’Italia di Verona rimarrebbero ancora una volta a bocca asciutta.