S’è sempre detto che il miglior antidoto alla droga è lo sport. Ed è vero. E’ provato che la pratica di un’attività sportiva, oltre che formare i giovani allenandoli alla disciplina insita in ogni sport, abituandoli a sacrificarsi per ottenere il risultato, a relazionarsi con gli altri ed a cooperare per vincere e ad avere cura del proprio fisico, li tiene lontani dalla droga. Per questo ha avuto l’effetto di un pugno nello stomaco vedere scorrere, dentro lo stadio Bengodi, ai bordi del campo dove gioca il Verona, la pubblicità della “cannabis light” che viene venduta nei tanto discussi negozi presenti anche nella nostra città. Il fatto è che Justmary, società che commercializza e consegna a domicilio la cannabis light, è sponsor del Verona-Hellas. Una scelta della società sbagliata e incomprensibile che lascia di stucco molti veronesi che amano la loro squadra ma non possono accettare che il suo nome sia in qualche modo associato alla “cannabis light“.

Sappiamo benissimo che “de minimis non curat praetor”, che il sindaco ha ben altro cui pensare che occuparsi dello sponsor della sua squadra del cuore. Ma poiché lo conosciamo come uomo di saldi principi morali, c’è da pensare che a vedere pubblicizzare la cannabis all’interno del tempio del calcio scaligero ci sia rimasto male anche lui e che possa esercitare una moral suasion sulla società da indurla a ripensare alla sponsorizzazione. E, dato che è il Comune il proprietario del Bentegodi, ci aspettiamo che come padrone di casa la faccia sparire quella pubblicità già dalla prossima partita.