Venticinque voti a favore, quattro astenuti e zero contrari: così la seconda commissione ha licenziato poco fa la delibera della Giunta sulla fusione AGSM-AIM che alle 19 va al voto del Consiglio comunale. Il primo scoglio verso l’approvazione del progetto sul riassetto del sistema energetico di Verona e Vicenza è stato dunque superato: sul terreno resta l’incognita del futuro di Amia – che dal 1 gennaio sarà dentro la nuova Super AGSM, ma che potrebbe venir nuovamente scorporata nel caso si optasse per una soluzione in-house del servizio di raccolta rifiuti. Daniele Polato, assessore alle Partecipate, ha illustrato i passi in avanti compiuti dal percorso di aggregazione: il peso di Verona, rispetto alle ipotesi di tre anni fa, è cresciuto dal 57,8 al 61,2% nel capitale della newco a fronte dell’analogo calo berico dal 42,2 al 38,8% attuale. In nominale, Verona ha 58,5 milioni€ del capitale sociale, Vicenza 37,088 milioni.
Due ore di dibattito in commissione non hanno spostato le posizioni: il tema di fondo sta tutto nella vicenda Amia (business importante sì, ma non così determinante nel futuro della nuova AGSM dove conterà la capacità produttiva e la forza nell’acquisire le gare Consip e dei nuovi Atem) e se i suoi dipendenti lavoreranno o meno a Verona. Nessuna domanda sulla Centrale del Mincio (che fine farà?), sul futuro di Cà del Bue (dove è atteso un investimento importante) o sugli impegni nell’eolico: due capitoli strategici che oggi sono nel mirino dei soliti falsi ambientalisti. Più attenta a dettagli di maniera che al disegno strategico complessivo, la Commissione licenzia. Questa sera si vedrà se e come il Consiglio comunale saprà entrare di più nel merito anche se si va, salvo clamorose sorprese, verso il via libera al progetto. Lunedì, l’assemblea dei soci di AGSM prenderà atto del voto e procederà verso l’incorporazione di Vicenza.