A nemmeno dodici ore di distanza dai consigli comunali che hanno dato il via libera alla fusione fra AGSM e AIM, i sindaci di Verona e Vicenza – Federico Sboarina e Francesco Rucco – hanno commentato con la stampa – questo il video presentato che traccia le linee sintetiche dello storico accordo – l’esito di un challenge che va avanti da dieci anni. «La premessa è una – sottolinea Rucco – questo è un accordo industriale e non politico, che le due amministrazioni siano dello stesso colore è un caso; la verità è che sia per AGSM che per AIM il tempo era scaduto. Il mercato è sempre più stretto, i competitor più aggressivi. Se vogliamo sopravvivere, se vogliamo salvaguardare l’occupazione, se vogliamo crescere non potevamo che metterci insieme. Non guardate a Muven (Municipalizzata del Veneto, sino al nuovo nome ci tocca questo acrononimo…) con le logiche da campanile: non è questo lo spirito di questa nuova realtà che nasce».

Novità tecniche di rilievo, oltre al piano presentato in questi giorni ai consigli comunali delle due città, non ce ne sono. Aggiunge Federico Sboarina: «Avevamo delle scadenze da rispettare per poter arrivare al primo di gennaio con la nuova società. Ci siamo riusciti e oggi abbiamo una solo municipalizzata che potrà crescere, investire di più, difendere la propria autonomia. Questo era il primo passo: la nuova società potrà e dovrà guardarsi attorno, vedere quali strategie di crescita adottare anche confrontandosi con le realtà industriali emerse dal sounding che si è concluso nel luglio scorso e che ha decretato la non infungibilità della proposta A2A. La palla tocca ai vertici della nuova società (le nomine arriveranno prima della pausa natalizia, con tutta probabilità): saranno loro a dire a noi azionisti che soluzioni intendono adottare. Di certo, la società non starà ferma: se vuole restare indipendente – valore per noi sindaci primario – dovrà muoversi». Rucco ha proposto di presentare a Zaia ed al prossimo assessore all’industria il progetto di Muven chiedendo una politica regionale che favorisca l’unico player veneto del settore. Su piazza non c’è rimasto molto, come multiutility pubbliche , ma ci sono molti reseller pubblico-privati e una moral suasion dedicata potrebbe aprire nuove opportunità. Nei prossimi giorni anche la scelta delle business unit che finiranno “in dote” alle due città, si privilegerà il know how esistente e quindi, ragionevolmente, a Verona andrà tutta la parte produttiva (inesistente a Vicenza). Bisognerà decidere chi seguirà la parte retail che è l’altro grande business in essere. Ad ogni modo, per la struttura non cambierà nulla. Non sono previsti trasferimenti di personale: questa la garanzia di entrambi i sindaci.