I commercialisti ci hanno aggiornato su quanto pesa l’imposizione fiscale: il 48%, che significa che su otto ore, 4 le lavoriamo per lo stato! Come meravigliarsi poi se c’è chi evade o chiude l’attività? Nonostante ciò i Veneti con i Trentini e i Sud-tirolesi sono i contribuenti più corretti. Correttezza che ha radici culturali profonde se si pensa che, escludendo il Piemonte che è al terzo posto della graduatoria, le regioni a maggior tasso di fedeltà fiscale sono quelle che avevano fatto parte dell’Impero Asburgico.

Raccontavano i nostri vecchi che quando stavamo sotto Francesco Giuseppe d’Asburgo, affettuosamente chiamato Ceco Beppe, tutti pagavano regolarmente le tasse secondo una equità che, oltre ad essere proverbiale, era riconosciuta anche dai sudditi. Pensa – ricordavano- che se per sbaglio qualcuno versava un centesimo più del dovuto, dopo un po’ arrivava a casa tua un “messo” dell’Imperatore che te lo restituiva. Proprio come adesso!

Avvenne poi l’unificazione del paese sotto il regno del Piemonte, avvenuta per il Veneto nel 1866,  cinque anni dopo il resto della penisola. Con l’Italia arrivarono anche i nuovi esattori del Regno. Generalmente meridionali che applicavano anche ai contribuenti veneti gli stessi criteri che erano stati abituati ad usare nell’esazione delle imposte nell’ ex Regno delle due Sicilie. Così accadeva che al cittadino veneto che dichiarava di aver guadagnato 100 lire gli esattori facessero pagare tasse come se ne avesse guadagnati 150 o anche 200, partendo dal presupposto che la dichiarazione fosse al ribasso, come accadeva dalle loro parti. Ciò fu subito vissuto come una grande ingiustizia e fu questo che rovinò il rapporto stato-contribuente che prima funzionava a meraviglia. L’unico modo per risolvere il problema dell’eccessiva pressione fiscale, che oltre ad essere un’ingiustizia genera anche evasione, rimane la Flat Tax, un’ aliquota unica bassa che faccia pagare meno ma a tutti, pena la galera.