Da gennaio a giugno, il mercato italiano dei mezzi da cantiere e per l’edilizia ha registrato una contrazione complessiva del 20 per cento. E non va meglio nel resto del mondo, con le vendite tornate ai livelli del 2017.
Lo certificano i dati elaborati da Unacea (Unione italiana macchine per costruzioni) e Cer (Centro Europa ricerche), presentati oggi a Veronafiere nel corso della 7ª edizione del Samoter Day, tappa di avvicinamento al 31° Samoter, il salone internazionale dedicato alle macchine per costruzioni, in programma dal 3 al 7 marzo 2021.

Si tratta di numeri in linea con la caduta del prodotto mondiale causata dalla pandemia, ma si potrebbe già intravedere la luce in fondo al tunnel. Lo conferma lo studio Unacea-Cer: il settore, in Italia, vedrà una ripresa nel secondo semestre, contenendo le perdite e chiudendo il 2020, nello scenario più ottimistico, a quota -8,7%, pari a 1.414 macchine movimento terra vendute in meno. Simili le prospettive dei sollevatori telescopici (-9,7) e delle macchine per il calcestruzzo (-10%), mentre le stradali potrebbero avere una riduzione di appena il 2,7 per cento.
La sintesi previsionale Unacea-Cer calcola anche uno scenario peggiorativo in cui nuovi shock porterebbero i cali rispettivamente al -27,8% per le macchine movimento terra, al – 23,4% per i sollevatori telescopici, al -22,8% per le macchine per il calcestruzzo e al -18,3% per quelle stradali.

Intanto, nel Paese, da luglio si sarebbe già tornati in una fase di espansione, grazie alla fine del lockdown e all’azione stabilizzatrice messa in campo dalle politiche economiche. E la normalizzazione dovrebbe arrivare nel 2021. Buone notizie per una filiera che vale a livello nazionale oltre 3,5 miliardi di euro e che nel 2019 ha visto una crescita a doppia cifra sull’anno precedente (+16,9%), con un totale di oltre 19.500 unità vendute.   «Il settore delle macchine per costruzioni sta attraversando un momento inedito – aggiunge Mirco Risi, nella foto, presidente di Unacea.  Abbiamo dato prova di grande resilienza e dinamismo. Adesso, se grazie al Recovery plan arrivasse un segnale di valorizzazione delle tecnologie d’avanguardia, capaci di far fare un salto d’efficienza, sicurezza e compatibilità ambientale, sarebbe un investimento nel futuro di tutto il Paese».