Michele Bertucco ha iniziato ad esaminare la documentazione relativa al contenzioso che si apre fra AMT, OperaFilovia e l’ATI che la doveva realizzare. E il risultato non è per niente ottimista: «Oggi Amt tenterà di tornare in possesso del cantiere del filobus di via Città di Nimes/Via Dal Cero e, dal momento che le imprese ritengono illegittimo e inefficace la risoluzione del contratto di appalto da parte di Amt, i dirigenti della partecipata comunale hanno sollecitato la presenza del Comando dei Vigili urbani “a testimone, qualora i rappresentanti dell’impresa appaltatrice non dovessero essere presenti”. L’azione è stata sollecitata da Agsm che a fine agosto ha fatto presente che nel parapiglia generale ci si era dimenticati dell’interruzione di una tubatura del gas che avrebbe dovuto essere ripristinata entro e non oltre il 15 settembre. Mano a mano che l’amministrazione mette a disposizione la documentazione sugli ultimi cruciali passaggi cruciali del filobus, tra agosto e settembre, che hanno portato alla disdetta del contratto con l’Ati – sottolinea Michele Bertucco – , emerge una semplice e sconcertante verità: il Piano B annunciato dal Sindaco ad inizio altro non era che un salto nel vuoto.

Da fine agosto Amt ha cominciato ad attribuire all’Ati le responsabilità degli intoppi che non da ieri, ma da anni fanno andare avanti a rilento i lavori: la bonifica della discarica ritrovata sull’area del deposito alla Genovesa; il ritrovamento imprevisto di sottoservizi lungo il percorso; la mancata definizione della variante di via San Paolo; la mancata predisposizione della variante all’ex Manifattura Tabacchi; le difformità riscontrate sul terreno rispetto alle mappe. Una linea di difesa che appare molto debole, visto che fino a poche settimane fa Amt e Comune si facevano carico di tali ostacoli attribuendone la responsabilità a fattori oggettivi».

Prosegue Bertucco: «Dalle carte inoltre risulta che, alla fine di agosto, la fase di omologazione del prototipo dei mezzi che dovrebbero circolare in città era alla fase finale e che erano in fase di costruzione avanzata già i primi cinque esemplari di carrozze. Proprio qualche giorno prima, il 21 luglio 2020, Amt e Comune avevano inoltrato richiesta per la modifica del mezzo e per questa ragione avevano disposto la sospensione parziale dei lavori in città. Risulta poi che l’Ati ha sollevato “riserve” (in pratica extracosti) per ben 13,8 milioni di euro e che i pagamenti all’Ati sono bloccati a causa delle istanze prodotte dai subappaltatori. Non è dato capire con quale coraggio il Sindaco, che doveva essere cosciente di tutte queste criticità, ai primi di giugno abbia potuto annunciare un Piano B per il filobus. A meno che il suo piano B non fosse, appunto, un autentico salto nel buio. Se non vogliono affossare definitivamente l’opera, Amt e Comune dovranno fare in fretta perché, come osserva il dirigente di settore, a luglio 2021 scade la dichiarazione di pubblico interesse e se non arriveranno novità entro la primavere 2021, è destinato a saltare tutto il piano di espropri».