Che fine hanno fatto quei 200 milioni euro del bando straordinario Inail, che, con l’aggiunta del cofinanziamento privato, possono salire fino a 308? Le imprese se lo chiedono, ma, al momento, dall’Inail non giunge risposta. In… soldoni la questione è riassumibile così: nel corso dell’iter parlamentare per la conversione in legge del Decreto Rilancio (d.l. 34/2020) è stato introdotto all’art.95 il comma 6-bis, che reintroduce i primi quattro assi del Bando ISI, a suo tempo soppressi dal medesimo articolo perché quei fondi erano stati destinati a Invitalia. Il nuovo comma, “al fine di garantire la ripresa delle attività produttive delle imprese in condizioni di sicurezza” destina 200 milioni di euro derivanti dalla legge 122/2010 a un “bando per il concorso al finanziamento di progetti di investimento delle imprese”, anche tenendo conto degli assi di investimento individuati con il bando di finanziamento ISI 2019. Lo stesso comma aggiunge poi che il nuovo bando sarà istituito con “procedure rapide e semplificate” per essere pubblicato entro il 15 settembre 2020 (escludendo l’ex “asse 5” destinato alle micro e piccole imprese del settore agricolo a cui è destinato l’apposito bando Isi Agricoltura). Ma di questo fantomatico nuovo bando straordinario, un mese dopo la scadenza prevista, non esiste alcuna traccia.
Fabbrica Padova centro studi di Confapi, ha fatto un po’ di conti. Come noto il Bando Isi Inail copre fino al 65% delle spese ammissibili totali, per cui i 200 milioni salgono potenzialmente a 308 aggiungendo il cofinanziamento privato. Considerando che prima della cancellazione il Bando Isi Inail prevedeva uno stanziamento di 250 milioni di euro per il 2020, di cui circa 21 destinati alle imprese del Veneto, mantenendo la stessa proporzione si può calcolare che alle imprese della regione col nuovo bando straordinario dovrebbero arrivare finanziamenti per circa 16 milioni. Che, col meccanismo del cofinanziamento, salgono a poco meno di 25.
Il direttore di Confapi Padova Davide D’Onofrio spiega: «Nelle sue nove precedenti edizioni il Bando Isi Inail si era rivelato uno strumento essenziale di supporto alle imprese che decidono di investire in interventi e macchinari in un’ottica di aggiornamento tecnologico e di sicurezza per i propri dipendenti, stanziando nel complesso 2,4 miliardi e consentendo di finanziare la realizzazione di quasi 32 mila progetti. Si tratta, in ogni caso, di risorse che sono state tolte e ancora non sostituite da altri strumenti di sostegno. E’ illogico preservare i dipendenti dal rischio Covid-19 ma continuare a esporli al rischio di infortuni sul lavoro, venendo a mancare gli investimenti che aiuterebbe a prevenirli. E’ bene ricordare che gli infortuni sul lavoro e delle patologie connesse sono in costante aumento: nel 2019 le denunce presentate all’Inail sono state 641.638, 915 in più rispetto alle 640.723 del 2018 (+0,1%). Ma c’è almeno un’altra conseguenza diretta: la revoca del Bando Isi Inail porterà alla potenziale perdita di occupazione nei settori che producono e offrono servizi e macchinari finanziati attraverso il Bando stesso. È così che si rilanciano gli investimenti?».