Il blocco della filovia fa saltare una delle componenti più interessanti del progetto internazionale di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi: la nuova fermata dedicata della nuova filovia, utilizzando il sedime delle vecchie linee ferroviarie, che avrebbe agevolato uno sviluppo razionale della nuova mobilità pubblica elettrica di Verona.
Una variante sconosciuta all’ATI che doveva seguire i lavori e che, comunque, rischia di fare la fine della filovia stessa, sempre più avvolta nel limbo. Traguardi mette nel mirino direttamente l’amministrazione Sboarina, colpevole di non agevolare ei fatti chi sceglie Verona per investire i propri quattrini. Spiega il movimento civico: «Nel corso del roadshow per Verona Capitale della Cultura, anche il cantiere dell’ex Manifattura Tabacchi è stato aperto ai cittadini. Una presentazione in grande, viste anche le dimensioni del progetto, affidato a uno studio internazionale. Una riqualificazione importante, portata avanti da privati che hanno deciso di investire su Verona e sulla sua rigenerazione. Peccato che il progetto sia stato concepito, come hanno spiegato all’evento i rappresentati della proprietà, con una fermata del filobus al suo interno: una richiesta assecondata da Amt, utile per collegare comodamente – e senza nuovi volumi di traffico – il nuovo polo alberghiero accanto alla fiera alla stazione di Porta Nuova. Tutto bene, anzi benissimo in una città in cui coordinare i progetti sembra sempre una sfida impossibile. Se non fosse che il Sindaco e l’amministrazione abbiano deciso all’improvviso, dopo mesi di rassicurazioni entusiastiche, che il Filobus non si fa più, rompendo con l’ATI che sta realizzando i lavori. Una situazione paradossale, e pure imbarazzante per chi quella sera ha assistito alla presentazione nel corso della quale la fermata è stata, ovviamente, menzionata, e che oggi, a decisione presa, risulta davvero surreale, indicativa di un’amministrazione che non parla non soltanto con i cittadini, come sarebbe d’obbligo, ma nemmeno con chi in città investe e crea ricchezza. Una vicenda che consegna ai veronesi la rappresentazione di una città governata dall’improvvisazione, con una Giunta che prende in giro gli imprenditori che scommettono su Verona, contribuendo a quel clima di incertezza che è da tutti riconosciuto come uno dei più gravi problemi per gli investitori nel nostro paese. E questo perché, ancora una volta, su nessun dossier strategico per lo sviluppo della città si ha un’idea chiara di dove andare a parare. Lo sviluppo e l’attrattività della nostra città dipendono anche dall’affidabilità che le amministrazioni dimostrano riguardo scelte strategiche e di pianificazione, non possiamo permetterci di giocare con la fiducia di chi investe su Verona.»