Signori, la campagna elettorale per le prossime comunali è iniziata e gli scenari del voto già prevedono i possibili effetti di un mancato accordo post-regionali della maggioranza che regge Palazzo Barbieri. Lo dicono chiaramente i risultati del primo sondaggio realizzato (fra l’11 ed il 15 ottobre nel nostro Comune) in città dopo il voto su un campione davvero molto rappresentativo della città, realizzato da Fabbrica Politica, il think tank di Matteo Spigolon. Con tre scenari: la maggioranza trova la difficile quadra e si ripresenta con Federico Sboarina, candidato di tutti; la seconda ipotesi, l’enfant prodige delle ultime elezioni, Daniele Polato, strappa la candidatura su Verona forte dei voti ricevuti e dell’assessorato negato a Venezia; terzo scenario: il centrodestra si spacca per gli esiti del rimpasto con Verona Domani che candida Stefano Casali portando con sé anche la Lega e Fratelli d’Italia.
Il dato di partenza è chiaro: ad oggi Sboarina non passerebbe al primo turno e dovrebbe comunque andare al ballottaggio. L’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, il suo mortale nemico, è ancora apprezzato e considerato dagli elettori. Nel primo scenario, con tutta la coalizione compatta, otterrebbe il 41% circa dei voti e al ballottaggio dovrebbe vedersela con il vincente fra Flavio Tosi ed il candidato del Centrosinistra, ipotizzato nel sondaggio nel giovane Federico Benini, ed al momento in vantaggio di tre punti sull’ex sindaco.
Nel secondo scenario, con un cambio di frontman nel Centrodestra, aumenterebbero gli indecisi e scenderebbe la percentuale assegnata a Daniele Polato. Aumenterebbe leggermente il gradimento di Tosi e Benini anche se quest’ultimo resterebbe ancora in testa di tre punti, un distacco al momento che si conferma. Domanda: ma perchè allora inserire Polato al posto di Sboarina? Risponde Matteo Spigolon: «L’assessore Polato è l’esponente con più potenzialità nel centrodestra. Non devono far ingannare i risultati del secondo caso di intenzioni di voto, perché la sua conoscenza tra gli elettori non è molto alta, ma lo è la fiducia relativa. Questo indica che, all’aumentare della conoscenza dell’esponente in questione, potrebbero aumentare i consensi nei suoi confronti. Non stupirebbe se, dopo una campagna elettorale da candidato Sindaco, raggiungesse le stesse percentuali accreditate a Sboarina o addirittura superiori».
Arriviamo al terzo scenario: la maggioranza attuale non regge a rimpasto e nuove nomine, si va verso una divisione dello schieramento. Questo è lo scenario ideale per il Centrosinistra («Di fatto – dice Spigolon – la sua unica chance»). In questo caso infatti al ballottaggio finirebbero Benini e Tosi, con una forbice fra i voti più stretta, ma con Sboarina a lottare all’ultimo voto per superare Tosi e con Casali più distante.
Di certo, per gli altri competitor soltanto le briciole in tutti e tre gli scenari. Ma qual è il dato di partenza? Ebbene «I cittadini veronesi non hanno percepito un miglioramento della qualità di vita. Anzi, la maggior parte ritiene che niente sia cambiato. Per un’altra grossa fetta di popolazione, invece, la situazione è peggiorata. L’annus horribilis del Coronavirus potrebbe aver in parte condizionato il loro giudizio più recente, ma la domanda fa riferimento agli ultimi tre anni» rimarca Spigolon. Anche perchè delle grandi tematiche dell’amministrazione poco resta: «Un’ampia maggioranza di cittadini-elettori ritiene che lo stadio Bentegodi debba rimanere così com’è. Dalle risposte, la “questione stadio” non sembra essere una priorità per i cittadini. Qualche differenza tra gli elettorati, ma non tale da sovvertire il risultato. Riscontriamo anche una bocciatura netta (85%) sulla gestione del Filobus da parte dell’amministrazione. Era attesa come opinione, ma non con una così grossa portata. Complessivamente, sull’operato complessivo dell’amministrazione Sboarina, la città è più o meno spaccata a metà».
Non una situazione esaltante e fondamentale diventa quindi questo rimpasto.