Conte in diretta televisiva ha comunicato al popolo le decisioni del governo per combattere il Covid. Come tutte le altre volte la conferenza stampa è avvenuta di sera, alle 21,30, a testimoniare le abitudini levantine del nostro premier, che ha degli orari diversi da quelli della gente che lavora, che si alza alla mattina presto e non va a letto alla sera tardi. Lui invece lavora di notte, come per il consiglio dei ministri sulla manovra finanziaria di sabato. Chissà a che ora si sveglia? Titolo della conferenza stampa potrebbe essere “La montagna ha partorito il topolino”. Già, perché stringi, stringi quelli che avrebbero dovuto essere dei provvedimenti urgenti per far fronte all’aumento dei contagi, in realtà hanno cambiato poco o nulla rispetto alle regole che già c’erano.
Niente lockdown – ma già lo si sapeva-; bar e ristoranti chiudono a mezzanotte – dove sta la novità?-; a tavola non più di sei persone; tutti a scuola con orari differenziati, ma già lo erano; sospesi solo gli sport di contatto dilettantistici e poco altro. Il resto come prima. Tutto qui? E per comunicare simili banalità c’era bisogno di una diretta televisiva domenicale in prima serata con audio studiato con eco, tipo Papa, per dare un tono di autorevolezza a un discorso vuoto e ad un personaggio trasparente? Nel senso che se non utilizza questi strumenti, non lo “vede” nessuno.