La pubblicità senza indirizzo sporca la città. Quegli inutili volantini, mezzi dentro e mezzi fuori, che riempiono le nostre cassette delle lettere sono un doppio insulto all’ambiente: sono uno spreco di carta e sporcano la città. Li distribuiscono degli indiani, con o senza turbante, che devono avere una particolare inclinazione per questo tipo di lavoro visto che hanno l’esclusiva di questo business. Lavorano per lo più in nero, ingaggiati da “caporali” che viaggiano su dei furgoni dai quali distribuiscono il materiale da imbucare nelle cassette delle lettere. Qualche tempo fa da un’indagine della polizia era emersa l’esistenza di un racket dedito a questa attività. Ciò nonostante continuano indisturbati.
Li avrete visti anche voi gli indiani correre in bici su e giù dai marciapiedi, incuranti di ogni regola. E se ne trovi uno che stipa le cartacce nella cassetta di casa tua hai un bel dire che non li vuoi. L’indiano fa l’indiano e se ne frega. All’ingresso di tante case sono state apposte ingenuamente delle targhe con su scritto ” la pubblicità non è gradita”. Spesa inutile: non leggono il nostro alfabeto. Quando le cassette delle lettere sono stipate viene impedito il recapito della corrispondenza vera e propria, i volantini cadono a terra, vengono lasciati lì e sporcano Verona. Già di per sé il volantino, nell’epoca di internet, è uno strumento di pubblicità obsoleto. Il fatto che ce ne siano così tanti dà fastidio, nessuno li legge e ti costringono a perdere tempo per smaltirli. Come appurato qualche anno fa da delle indagini della Polizia le organizzazioni straniere che ne gestiscono la distribuzione sono fuori legge: utilizzano manodopera irregolare che lavora in nero. E già qui si profila il reato di sfruttamento. Sarebbe una cosa molto intelligente ed ecologica se il Comune vietasse la distribuzione della pubblicità senza indirizzo.