Lo abbiamo già detto, ma non ci stanchiamo di dirlo: la gestione del vaccino antinfluenzale è un altro esempio dell’inadeguatezza del Governo a gestire l’emergenza. E’ stato detto mille volte che nei mesi invernali uno dei momenti critici della pandemia sarà la diagnosi differenziale fra Covid e influenza. Quando arriverà – e arriverà come ogni anno-, essendo i sintomi molto simili, sarà inevitabile una gran confusione. Ci sarà da parte dei pazienti la psicosi di essersi beccati il Covid e la conseguente necessità di dirimere al più presto con un tampone qual è la causa della malattia. S’intaseranno gli ambulatori dei medici di base, i Pronto Soccorso e i punti dove si eseguono i tamponi. Per evitare questo, o quanto meno per limitarlo, sono mesi che le autorità sanitarie raccomandano agli italiani di fare il vaccino antinfluenzale.
Solo che adesso che è ora di vaccinarsi il governo ha deciso di burocratizzarne la somministrazione. Invece di fare in modo che ognuno, come è avvenuto per decenni, possa andare in farmacia e con 10 euro o giù di lì comprarselo e farselo iniettare come una qualsiasi intramuscolare, ti obbligano a rivolgerti al medico di famiglia, a verificare se appartieni o meno alle categorie considerate a rischio o aventi diritto di accedere al vaccino, prendere un appuntamento col sanitario, recarti nel suo ambulatorio e fartelo iniettare. Il tutto moltiplicato per centinaia di migliaia di persone. Naturalmente quelli che hanno meno di 60 anni e che non sono considerati a rischio il vaccino non se lo possono fare. Primo, perché il medico di base i vaccini li può fare solo agli aventi diritto; secondo, perché in farmacia non ce ne sono in quanto il Ministro della salute ha deciso che tutto dev’essere centralizzato. E questa è una vergogna! Perché se uno il vaccino vuole farselo e pagarselo è giusto che lo possa fare.
Altrimenti che cosa cazzo hanno predicato fino a ieri che bisogna vaccinarsi ed evitare gli assembramenti?