Siete più passati dall’Arsenale? Provate. Non è una bella sensazione. A pochi passi dal centro, subito dopo Castelvecchio, potrete immergervi in uno degli esempi più eclatanti di degrado, di incapacità di gestire il nostro patrimonio monumentale, di preservarlo dal vandalismo, dai crolli, dagli incendi e di renderlo fruibile ai cittadini. L’Arsenale è un complesso molto grande, esempio pregevole di architettura militare asburgica, testimonianza di quando Verona era una delle più importanti piazzaforti dell’impero austro-ungarico. Oggi è una sequenza di padiglioni che stanno crollando, infiltrati dall’acqua, invasi dalla vegetazione, di cui la passata grandezza è un lontano ricordo ed il degrado presente è l’avvilente constatazione dell’incapacità, non dico di re-inventare l’Arsenale, ma almeno di poterlo riutilizzare anche solo con il minuto mantenimento. Neanche quello.
E pensare che Tosi il problema l’aveva risolto. E anche brillantemente. Aveva affidato la rinascita dell’Arsenale ad un’impresa specializzata nel recupero di strutture monumentali di pregio, come il Porto dei Marsiglia o la Villa Reale di Monza, l’Italiana Costruzioni, che aveva elaborato un progetto pregevole, che contemperava le esigenze del pubblico e del privato. I detrattori dicevano che voleva fare un centro commerciale. Balle. Tosi aveva appena fatto costruire l’Adigeo e bastava. Non era così pazzo da farne un altro! Ma tant’è. Ripeti una bugia mille volte e diventa una verità. Al punto che l’amministrazione Sboarina c’ha creduto ed ha bloccato tutto. O forse perché il progetto era di Tosi. Fatto sta che oggi l’Arsenale cade a pezzi. Hanno un bel dire che adesso parte la ristrutturazione e mettono a posto i tetti (?). Ma intanto è lì che continua a cadere in rovina. Se avessero lasciato che quel progetto andasse avanti, oggi Sboarina avrebbe potuto prepararsi a tagliere il nastro di una realizzazione.