(s.t.) Stiamo vivendo a livello globale tempi complicati, resi ancor più difficili dalla pandemia, da un’emergenza climatica senza precedenti e da tensioni protezionistiche. Situazione che non solo non ha compattato i Paesi dello spazio euroasiatico, ma li ha ulteriormente divise, con nuovi conflitti e barriere commerciali. Ma nonostante tutto il dialogo e il business non si sono arrestati, spiega Vladimir Chizov, rappresentante permanente della Russia presso la UE: nella prima metà del 2020 l’interscambio, sebbene ridotto, non si è arrestato, e ci sono stati anche passi avanti nell’integrazione eurasiatica, con l’ipotesi di realizzare un mercato più ampio. Certo, i problemi e le sfide continueranno a esserci e potranno essere superati solo se nei rapporti tra i Paesi verranno utilizzati i corretti strumenti diplomatici. Le sanzioni extraterritoriali, a questo proposito, “sono una forma di concorrenza disonesta, così come restrizioni e boicottaggi che minano i diritti dei partner internazionali. Da questa pandemia potremo uscire solo insieme, anche per prevenire altri eventi di questa portata”.

Tra UE e sfera euroasiatica i rapporti sono ancora insufficienti e vanno rafforzati, ma i motivi politici che frenano il dialogo possono essere superati, ha detto l’ambasciatore d’Italia nella Federazione Russa Pasquale Terracciano. In un contesto internazionale complicato occorre a maggior ragione aprire più canali di cooperazione in nuovi ambiti, anche per concretizzare la visione politica ipotizzata da molti leader europei di “un’Europa che va da Lisbona fino a Vladivostok”. Ma questo spazio di discussione recentemente si è però andato restringendo, e andrebbe ripristinato proprio per affrontare le difficoltà che ci trasciniamo da un passato conflittuale ed evitare che altre vi si aggiungano. Terracciano ha espresso la preoccupazione per una possibile nuova guerra tariffaria tra Unione Europea e Russia, che potrebbe nascere dall’ipotesi oggi in discussione della “carbon tax”. Si teme che sia percepita come un altro scontro commerciale, mentre in realtà l’obiettivo condiviso è la sostenibilità ambientale, tema sul quale la Russia può dare un importante contributo.

In questo momento viviamo in una condizione di crisi a molte facce, sia da un punto di vista sanitario che sociale ed economico, che si teme porterà a una recessione senza precedenti come la grande depressione degli anni Venti, ha esordito Sergey Razov, ambasciatore russo in Italia. Ci sono tensioni politiche internazionali “e qualcuno vorrebbe tornare alla guerra fredda, anche se Putin ha detto che non ci manca”, ha aggiunto analizzando negativamente la politica estera Usa degli Stati Uniti (“sono in ritardo di vent’anni, fanno scelte divisive che non hanno più effetto”). Al minimo storico anche le relazioni della Russia con la UE, che ha respinto le proposte di cooperazione e costruzione di una “casa comune” con Mosca come partner strategico. C’è qualcuno nella UE che non vuole procedere sulla strada del dialogo. Oggi a Verona si sono alzate voci autorevoli contro le sanzioni e a favore della cooperazione reciproca. Anche e soprattutto con l’Italia, ha precisato Razov, con la quale nonostante il calo degli interscambi le relazioni restano stabili, rimangono aperti i canali di dialogo e i programmi di collaborazione proseguiranno anche durante il 2021, come per il turismo e la cultura. Ma non è un segreto che nella UE alcuni tentino di “otturare” questi canali.

Una conclusione positiva, nonostante le difficoltà che popolano lo scenario eurasiatico, quella di Antonio Fallico, presidente dell’associazione “Conoscere Eurasia” e di Banca Intesa Russia. “Dobbiamo passare dallo scontro alla cooperazione. Non possiamo che concordare con questa necessità espressa da tutti i relatori: tenere sempre aperto il canale del dialogo sia per quanto riguarda la politica che il commercio. Anzi sono proprio il business e l’impresa che possono sviluppare al massimo le loro relazioni in modo da “imporre” prima o poi anche al livello politico la cooperazione di cui abbiamo bisogno”, ha spiegato Fallico. Che ha poi citato il rappresentante di Amcham Italy Simone Crolla, il quale ha sostenuto che i rapporti economici tra USA e Russia sono proseguiti anche nel periodo delle sanzioni. “L’impresa può quindi scuotere la politica, presentando l’esigenza di un progetto di sviluppo comune. Un esempio di questa collaborazione viene proprio dalla partnership Italia-Russia in ambito sanitario sul genoma, che potrebbe portare interessanti sviluppi nel prossimo futuro”. Una strada da percorrere, ha concluso Fallico, che ha auspicato progetti comuni per la crescita.