C’è un grande evento in Italia che rischia di far esplodere l’epidemia del Coronavirus. E non è una fiera, un mercatino di Natale, una cazzo di movida di giovani e adolescenti, non è la scuola e nemmeno il trasporto urbano. L’evento non lo organizza un soggetto privato intenzionato a lucrare ad ogni costo sbattendosene della salute pubblica. Non è Briatore. E neppure la Santanchè. Non è un evento anarchico, né una rivolta sociale. Attenzione, non è nemmeno lo sport dilettantistico. No, l’untore si chiama Repubblica Italiana, Ministero della pubblica istruzione, università e ricerca, ministro in carica Lucia Azzolina. Il MIUR, il depositario della scienza e della cultura nazionale. Ed anche del genio italico.
Infatti la Azzolina ha confermato il concorso straordinario per assumere i professori precari che lo stesso MIUR ha creato negli anni. 63mila persone, di tutte le età, anche over-50 (dato che i precari lo Stato se li coltiva per anni…), anche con patologie che rendono impossibile il loro futuro ed eventuale ingresso in aula. Queste 63mila persone dovranno andare a svolgere in presenza un concorso per farsi riconoscere come adatti all’insegnamento (attività professionale che svolgono da anni avendo come datore di lavoro lo stesso MIUR): da Verona a Rovigo, tutti insieme, belli accalcati; dalla Sardegna a Roma e via così. Di 63mila in quanti diventeranno positivi al virus? quanti finiranno in ospedale? quanti moriranno, magari? Quanti faranno causa allo Stato per questo? quanto ci costerà questo stupido concorso?
Ora, che la Azzolina abbia qualche problema nel gestire la scuola appare evidente: se il MIUR è il datore di lavoro di queste 63mila persone, e le ritiene adeguate a svolgere la professione di insegnante, perché mai le chiama a fare un concorso? bastava semplicemente esaminare (lo fa un computer, tranquilli, niente di così difficile) il loro percorso professionale e stilare una graduatoria… ma se proprio volevate fare un concorso – che è sempre figo e magari ci scappa pure qualche benefit – perché diamine non lo avete fatto a distanza? guardate che è possibile e non è difficile. E’ quello che fa ogni anno, ad esempio, il Politecnico di Milano per scegliere i migliori studenti liceali italiani da accogliere nel suo campus. Bastava appoggiarsi a loro, senza nemmeno dover pagare una consulenza esterna… Ah certo, lo fa il Politecnico, non il MIUR. Che stupido. A volte uno si confonde. Pensa che la destra sappia cosa fa la sinistra.