Occhi puntati sulla riapertura della Borsa di lunedì mattina per vedere gli effetti dell’ingresso delle Generali nel capitale di Cattolica Assicurazioni. Venerdì la seduta era chiusa con un rialzo del 2.55% a 4,4980€/azione. L’operazione mette in sicurezza la compagnia scaligera che oggi, con l’aumento riservato di 300 milioni€, vanta un capitale sociale di 685,043 milioni€, suddiviso in 228,3 milioni di azioni. Alle Generali sono andati 54,054 milioni di titoli che al momento non sono quotati come gli altri; entreranno nel MTA non appena la Consob avrà approvato e pubblicato il relativo prospetto informativo. Dei 300 milioni in arrivo da Generali, 162 sono in conto capitale, 138 in sovrapprezzo azioni.
Il prossimo step riguarderà, dal 27 ottobre prossimo al 26 novembre 2020, l’opzione di acquisto, esercitabile da tutti gli azionisti, per i 20,621 milioni di azioni sulle quali è stato esercitato il diritto di recesso da parte dei Soci contrari alla trasformazione in SPA di Cattolica (che avrà effetto dal 1 aprile 2021): al controvalore di 5,47€ per azioni si tratta di 111 milioni che, in teoria, dovrebbero venir coperti dagli azionisti desiderosi di integrare il proprio pacchetto. L’opzione è stata fissata in 18 azioni ogni 175 diritti posseduti (ovvero le azioni che attualmente vengono detenute da chi vuole esercitare il diritto all’acquisto). Il limite in questo caso, però, è il prezzo di recesso: 5,47€ /azione significa un premio del 21,6% sull’ultima quotazione di venerdì. Un premio che, probabilmente, non tutti gli azionisti saranno disposti a concedere. Il diritto d’opzione potrebbe venir quindi esercitato soltanto parzialmente costringendo la compagnia a liquidare i soci con un’uscita di cassa di diverse decine di milioni € (per Equita SIM si potrebbe arrivare a 84 milioni di cash out se nessuno aderisse e se Generali esercitasse i suoi diritti rilevando la propria quota di azioni disponibili). L’operazione può interessare soprattutto cassettisti e quanti vogliono consolidare le proprie posizioni (quindi Generali di nuovo e Warren Buffet) interessati all’evoluzione in positivo che Lungadige Cangrande avrà certamente dall’integrazione col meglio del know-how assicurativo europeo.
A gennaio scatterà poi l’aumento di capitale – altri 200 milioni€ – aperto a tutti gli azionisti. Da un punto di vista squisitamente patrimoniale il saldo per Cattolica sarà senz’altro positivo; sul breve termine le quotazioni dovrebbero risentirne in attesa degli effetti della cura del Leone triestino che, a sua volta, è in attesa di una risposta di Consob sull’esenzione dall’obbligo di lancio di Opa su Cattolica fino al raggiungimento del 30% del capitale votante della compagnia veneta.