Botta e riposta anche oggi sul tema TAV e Central Park fra la Giunta Sboarina e Michele Bertucco. Per la Giunta «Il passaggio della linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità sul territorio veronese porta con sé l’infrastruttura stradale che risolverà i problemi viabilistici dei quartieri Santa Lucia, Golosine, Fiera e Stadio, strategica anche in vista della riconversione dell’ex Scalo merci nel Central Park cittadino. La giunta infatti, chiamata da Ferrovie dello Stato ad indicare le opere compensative da sviluppare a livello di progetto definitivo dell’AV/AC Nodo di Verona, non ha avuto dubbi nel dare la precedenza al sottopasso carrabile del fascio di binari che resteranno attivi nell’ambito dell’ex scalo merci di Verona Porta Nuova, individuato in posizione baricentrica dello scalo. Un’opera funzionale ad una viabilità di tipo urbano, larga 14,5 metri con una corsia per senso di marcia, marciapiedi e pista ciclabile, che andrebbe a collegare via Albere- Via delle Coste con Stradone Santa Lucia, creando così un ulteriore collegamento Nord-Sud oltre a quelli ormai saturi di viale Piave e via Albere».

«Una priorità legittimata dai dati sul traffico emersi dal Pums e realizzabile anche dal punto di vista delle tempistiche. L’opera, infatti, per un’economia dei prezzi e dell’impatto dei lavori sul territorio, deve essere realizzata contemporaneamente all’Alta Velocità/Altra Capacità, salvo poi risultare molto più costosa e impegnativa dal punto di vista dei cantieri. Quanto al costo dell’infrastruttura, una prima stima effettuata da Ferrovie dello Stato lo calcola intorno ai 20 milioni di euro. Cifra questa che supera di almeno 5 milioni i 14,8 milioni di euro dell’importo disponibile per le opere compensative che RFI realizzare con il passaggio dell’AV/AC. L’importo è complessivo dei due lotti progettuali per il nodo ovest e per quello a est della città».   

Tuttavia – prosegue una nota di Palazzo Barbieri – , valutata non solo l’importanza strategica dell’opera e le ricadute positive su viabilità e traffico, ma anche il vantaggio di procedere in parallelo con i lavori di RFI, la giunta ha già manifestato la disponibilità a contribuire per la parte mancante di finanziamento. In alternativa, si propone a RFI di portare l’opera al grezzo, per poi affidarne il completamento al settore Lavori pubblici del Comune. E’ la prima volta che, tra le opere compensative ipotizzate per l’Alta Velocità/Alta Capacità, viene presa in considerazione questa soluzione progettuale. Ciò, sia perché l’Amministrazione ha dato avvio al percorso di riconversione dell’ex Scalo Merci e alla contestuale trasformazione nel grande polmone verde delle città, la cui vivibilità  gioverebbe della presenza della nuova strada di collegamento interquartierale, sia per le indicazioni emerse dal Pums, il Piano urbano per la mobilità sostenibile di cui il Comune si è dotato di recente. 

Nel dettaglio è intervenuto l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala. “La concomitanza tra AV/AC, Pums e redazione del masterplan del Central Park ci ha fornito un’occasione unica, che non potevamo perdere – dice l’assessore Segala-. Gli incontri con i tecnici di RFI sono pressoché settimanali. Sorgerà un parco pubblico di 500 mila metri quadrati, era impensabile non fare le dovute considerazioni sul fronte della viabilità, vista anche la posizione in cui si trova l’area“. 

Tutto a posto? manca per idea. Rimarca Michele Bertucco: «Confermando quanto avevamo scritto nei giorni scorsi, vale a dire che ” …La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera Cipe del 14 maggio 2020 relativa al nodo Alta velocità di Verona Est rende carta straccia il libro dei sogni immaginato, anzi propagandato, dall’amministrazione comunale con la delibera di giunta del 30 gennaio scorso. Non rientra, infatti, tra le opere compensative della Tav né il sottopasso stradale sotto all’ex Scalo Merci, di cui tanto si è parlato, né tanto meno il Central Park sul sedime dell’ex scalo. Il Cipe specifica che il tetto massimo di legge per le opere compensative è di 7,5 milioni di euro, insufficienti a realizzare qualunque parco urbano di ampia grandezza. E comunque basta scorrere la lista reale delle compensazioni per convincersi che si tratta sempre di opere afferenti alla nuova linea Alta velocità, si veda ad esempio la previsione di nuovi marciapiedi alla Stazione di Porta Nuova …“. Il sindaco Sboarina e l’Assessore Segala tentano una mossa disperata, chiedono che tutti i fondi a disposizione per le opere compensative previste dalla TAV per i nodi sia di Verona Ovest che di Verona Est (complessivamente 14,82 milioni di euro) vengano destinati non alla realizzazione del Central Park, ma alla costruzione del sottopasso ferroviario nell’area dell’ex Scalo Merci.

Il valore del sottopasso ferroviario è stimato in 20/25 milioni di euro e i 14,82 milioni di euro in opere compensative non sono solo destinate al Comune di Verona, ma, con quei fondi  dovranno essere realizzate le mitigazioni ambientali(obbligatorie per legge) e nel tratto ovest dovranno essere suddivise con il Comune di Sona. In ogni caso, anche se venissero accolte le richieste del Comune di Verona (assai improbabile) all’appello per la realizzazione del sottopasso mancano tra i 7 e i 10 milioni di euro che dovranno essere integrati dal Comune stesso. Per anni l’amministrazione Sboarina ha illuso i cittadini che la Tav potesse portare alla svolta di chissà quali opere. Invece non regala niente. Oggi arriva l’amaro risveglio. Il Central Park è una partita a parte rispetto all’alta velocità ed è fermo al punto di partenza».