Alberto Castagnetti è il secondo candidato per la guida dell’Ordine dei Dottori commercialisti della provincia di Verona per i prossimi anni. Spiega a L’Adige: « La principale motivazione che mi ha spinto ad accettare la candidatura a Presidente per il prossimo quadriennio è rappresentata, in un contesto di incertezza generale a tutto tondo (non da ultima, l’ emergenza sanitaria che ha nuovamente colpito il Paese, e che con ogni probabilità farà slittare queste elezioni) e di forti cambiamenti per la Professione, dal desiderio di ricercare una nuova “compattezza” nella categoria veronese come presupposto indispensabile per affrontare le sfide esterne, in un’ ottica di “equilibrio” e “condivisione” nella complessa gestione dell’ Ordine, il più grande del Triveneto, che deve però guardare al futuro. In questo senso va letta la presenza in Lista, nel rispetto delle quote di genere, di tanti giovani e motivati colleghi.
Quali sono le preoccupazioni maggiori dei commercialisti in questa fase economica? e come vedete la situazione economica di Verona?
«Le preoccupazioni di tutti i colleghi sono legate alla crisi economica che, complice l’emergenza sanitaria in corso e il proliferare dei provvedimenti normativi emergenziali, potrebbe portare ad un cortocircuito a livello sistemico. Nonostante ciò, il sistema economico e imprenditoriale del veronese ha dimostrato fino ad oggi solidità, resilienza e spinta motivazionale, ma indubbiamente le ricadute, anche occupazionali, che deriveranno da questa crisi prolungata impatteranno prossimamente anche sul tessuto professionale, soprattutto dal punto di vista finanziario».
Il contribuente italiano resta uno dei più vessati in Europa con centinaia di adempimenti cui rispondere, a volte inutili o contraddittori: la vostra ricetta per agevolare davvero il contribuente?
«E’ vero, il contribuente italiano è fra i più “vessati” in Europa, non solo per la pressione fiscale (stimata nel 48,2 % nel 2019 per le famiglie – dati Fondazione Nazionale dei Commercialisti). Nessuno di noi ha la bacchetta magica, ma risulterà importante sostenere, come categoria, i progetti di semplificazione amministrativa e di sostanziale riforma fiscale a cui il Governo sta peraltro già lavorando con il contributo del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti».
Digitalizzazione: in aggiunta alle vecchie scartoffie oggi anche Spid, APP per ottenere servizi, identità digitali…non sembra che si vada verso una riduzione della complessità, anzi…
«In effetti, la complessità della svolta digitale impressa dalla Pubblica Amministrazione è senz’ altro stata percepita. Non va peraltro dimenticato che, spesso, questi strumenti digitali consentono al contribuente di risparmiare tempo e code, evitando gli accessi diretti agli sportelli della Pubblica Amministrazione. Alcuni di questi strumenti, ad esempio il Civis per i professionisti, funzionano, mentre altri devono essere perfezionati. Sarà comunque importante vigilare affinché il sistema non si avviluppi su se stesso».
Nuovi obblighi (anche per i commercialisti) per la legge fallimentare: come si può evitare che alla fine del 2020 vi sia una strage di imprese con migliaia di PMI che chiuderanno i battenti? avete suggerimenti – per il governo, per gli imprenditori – su come aiutare contabilmente le imprese a reggere al crollo di quest’anno?
«Mi pare che il Governo sia già intervenuto in estate con soluzioni importanti di supporto alle imprese. Suggerisco, agli imprenditori, di consultare i loro commercialisti e di valutare con loro disposizioni come la rivalutazione volontaria dei cespiti aziendali, lo stop agli ammortamenti per il 2020, il venir meno dell’obbligo di rimborso dei finanziamenti infruttiferi effettuati dai soci nel corso dell’anno, il credito di imposta spettante ai soci per gli aumenti di capitale effettuati. Al di là di questi aspetti contabili, non va peraltro dimenticato che la sfida prioritaria, e più difficile, rimane sempre quella di garantire la continuità aziendale in termini di previsioni future circa la capacità dell’impresa di generare redditi e flussi di cassa. Mi pare anche positivo il rinvio al 2022 della nuova stringente normativa sulla Crisi di impresa che avrebbe, oggi, messo in croce molte imprese, consentendo altresì agli Ordini territoriali di formare i colleghi impegnati su queste tematiche».
Attività ai vostri associati: cosa vi proponete di fare?
« Agli iscritti all’ Ordine vogliamo far capire che, per imporsi in un mercato di libera concorrenza, occorre puntare sulle specifiche competenze e sulla qualità della prestazione, in un mercato che non concede esclusive. Come da nostro dettagliato Programma, vorremo incrementare i servizi agli iscritti e al personale dei loro Studi, incentivare forme organizzative più evolute e di aggregazione per gli Studi di piccole dimensioni, coinvolgere i tanti giovani promuovendo per loro forme innovative di rete professionale e di “mentoring” e, non da ultimo, in un momento che si appalesa critico per più di qualcuno, valorizzare l’ utilizzo della “Banca del tempo”, come strumento per sostenere i colleghi in difficoltà»