Non si ferma l’emergenza morti bianche in Veneto. Sono 64 le vittime rilevate da gennaio a settembre 2020. Con una triste media di 7 decessi al mese. E a preoccupare sono soprattutto gli infortuni mortali rilevati in occasione di lavoro (50) con un decesso su 5 legato al contagio da Covid – 19. Questa la prima proiezione evidenziata nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

“Si tratta di dati (50 decessi) davvero preoccupanti – spiega il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato (nella foto) – considerando che non si riferiscono a spostamenti in itinere, ma alla routine lavorativa in azienda. Vale a dire la quotidianità dei lavoratori. Sono sempre più convinto – prosegue Rossato – che molte di queste morti in occasione di lavoro potrebbero essere evitate se venisse rispettata la disciplina in materia di sicurezza sul lavoro”.

Intanto, la provincia meno sicura è Verona con 19 infortuni mortali (5 dei quali verificatisi in itinere); seguono Venezia con 11 (due infortuni in itinere) e Treviso (11, uno dei quali avvenuto in itinere), Vicenza con 9 (2 in itinere), Padova con 7 (3 in itinere), Rovigo con 4 e Belluno con 3 (1 in itinere). Rispetto allo scorso anno il maggior incremento di mortalità è stato registrato a Treviso (+ 57 %), a Belluno (+ 50 %) e Venezia (+ 38 %). Il numero degli infortuni non mortali in Veneto da gennaio a settembre 2020 è 43.035 (37.927 quelli avvenuti in occasione di lavoro).