2.350.517 tamponi molecolari, 60.797 positivi al Covid, 1.544 in più rispetto a 24 ore fa, 15.743 persone in isolamento, 981 pazienti in ospedale, dei quali solo 108 negativi.
Il Veneto, per la situazione epidemiologica, per quella degli ospedali e per quella economica non ha bisogno del lockdown. Questo in sintesi il messaggio che è uscito dalla consueta conferenza stampa quotidiana nella sede mestrina della Protezione Civile di Zaia, che da domani vi ci si potrà accedere esclusivamente esibendo il referto di un tampone (effettuato entro e non oltre i cinque giorni precedenti alla data di accesso alla struttura di via Paolucci 34) che attesti lo stato di negatività al COVID-19 e soltanto indossando un dispositivo di protezione Ffp2.
“Dipendesse da me – ha detto- il lockdown non lo farei”. Però è il governo nazionale che deve decidere sulla base del parere del Comitato Tecnico Scientifico e con un meccanismo piuttosto complicato. Ma stando alle ultime dichiarazioni del presidente del consiglio la chiusura totale, come a marzo, parrebbe esclusa, almeno per ora. Zaia ha le idee chiare su cosa si debba fare, ma anche lui deve attendere il prossimo DPCM che Conte annuncerà dopo il passaggio di oggi in Parlamento.
Il Governatore è favorevole a delle misure modulari per il contenimento del contagio, adattate al territorio dove si devono applicare. “Con misure generalizzate come quella che ha fatto chiudere ristoranti e bar alle sei di sera– ha rimarcato- dopo una settimana mi pare che non sia cambiato niente. Staremo a vedere nei prossimi giorni.” Dopo l’esperienza di sei mesi fa abbiamo una maggior capacità di combattere il virus e di curare coloro che si sono infettati e ci siamo organizzati meglio. Sia la medicina territoriale sia gli ospedali sono più preparati ad affrontare la pandemia.
Anche riguardo al “coprifuoco”, di cui si parla insistentemente, da imporre fra le nove di sera e le cinque del mattino, Zaia si è detto scettico “anche perché alla riunione fra i presidenti di regione non se n’è proprio parlato”.
Insomma, siamo tutti in standby. Sentiremo, stasera o domani, che cosa dirà Conte.