La quantità di suolo ancora edificabile sul territorio comunale è di 94,91 ettari, una riserva aurea da utilizzare solo in presenza di progetti di grande rilevanza pubblica. Questa la volontà dell’Amministrazione, in linea con le disposizioni regionali del 2017 per contenere il consumo di nuovo suolo, e che viene messa nero su bianco attraverso una variante al Piano di Assetto del Territorio. Si tratta di una riserva di terreno che la Regione, sulla base dei dati urbanistici forniti dal Comune, ha calcolato come area potenzialmente edificabile, una superficie massima oltre la quale non è più consentito costruire.
Tuttavia l’Amministrazione, a differenza di tutte la altre città capoluogo del Veneto, ha deciso di non pianificare tali risorse con l’obiettivo di ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato, tenendolo comunque disponibile per progetti di grande interesse pubblico.
Questo non significa che non si potrà più edificare. I nuovi futuri cantieri si concentrano quindi sul “consolidato“, ovvero sulla parte di suolo già costruita e su cui è possibile intervenire con riqualificazioni e progetti di rigenerazione urbana. Non a caso con la Variante 29, il prossimo strumento urbanistico dell’Amministrazione, si punta principalmente al recupero delle aree dismesse presenti in tutti i quartieri cittadini, con un occhio di riguardo alle zone maggiormente degradate e per le quali i nuovi processi edificatori rappresentano un’opportunità anche dal punto di vista del tessuto sociale.
Ciò non impedisce ai progetti già approvati di proseguire il proprio iter, così come di prevedere nuove edificazioni nelle zone del PAT in cui è consentito o in deroga ai piani urbanistici presenti nel caso di interventi che lo consentano.
Nel dettaglio l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala (nella foto coi proponenti della riqualificazione all’ex Manifattura Tabacchi): “Siamo l’unica città capoluogo del Veneto che non ha chiesto alla Regione di aumentare il parametro stabilito per la quantità massima di nuovo consumo del suolo – ha detto l’assessore -. Teniamo il valore deciso a livello regionale, pari a 94,91 ettari, come un tesoretto da custodire e preservare, con la possibilità di utilizzarlo laddove si presentasse un’importante opportunità. Verona negli anni passati si è contraddistinta per un consumo esagerato di suolo, trascurando le tante aree già fabbricate ma lasciate in stato di degrado. Per questo abbiamo scelto di non richiedere alla Regione un aumento del consumo di suolo, ma puntare sulla riqualificazione della superfici dismesse. Non ha senso continuare a costruire se c’è tanto di edificato che non viene utilizzato e magari lasciato in stato di degrado. Con la variante 29 e la campagna dei “vuoti a rendere” stiamo invertendo la direzione di marcia, puntando sulla rigenerazione e riconversione di aree dismesse o degradate, coinvolgendo anche i cittadini e i principali stakeolder. La modifica al PAT ci permette di cristallizzare le aree dove è possibile edificare o meno, andiamo avanti in questa direzione”.