Anche i docenti universitari e i ricercatori dell’azienda ospedaliera di Padova e dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona impegnati in prima fila nel contrasto alla pandemia da Covid 19 hanno diritto ad un integrativo economico. Il ‘bonus’ economico integrativo va riconosciuto, inoltre, anche gli specializzando dell’ultimo e penultimo anno delle scuole di specializzazione medica di Padova e di Verona, impegnati in corsìa, nei laboratori e negli ambulatori del Veneto in questi mesi di emergenza sanitaria.  E’ quanto prevede la proposta di legge, presentata dal presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti e sottoscritta da Lega, Lista Zaia, Fratelli d’Italia e Forza Italia, e approvata oggi dalle due commissioni Sanità e Sociale e Affari istituzionali e Bilancio di palazzo Ferro-Fini, presiedute rispettivamente da Sonia Brescacin e da Luciano Sandonà, riunite in sede congiunta.

Il provvedimento, per diventare operativo, necessita ora del via libera definitivo dell’aula consiliare, che il presidente Ciambetti è intenzionato a convocare d’urgenza venerdì 13 novembre.

“Con questa norma la Regione Veneto si fa carico di un principio di giustizia: riconoscere a tutti i sanitari, impegnati in prima fila contro il Covid 19, un benefit economico per la loro attività ‘emergenziale”, ha affermato Ciambetti. “Crediamo sia un atto doveroso evitare ogni discriminazione e riconoscere anche al personale universitario gli stessi benefici economici e adeguamenti contrattuali previsti per il personale sanitario del Servizio sanitario nazionale, nonché agli specializzandi degli ultimi due anni che stanno coadiuvando il sistema sanitario regionale a fronteggiare l’emergenza “.

L’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, in collegamento dal Balbi, ha spiegato come l’iniziativa della Regione Veneto si faccia carico di uniformare il riconoscimento economico previsto dal decreto legge 18 ‘Cura Italia’ del marzo scorso per il personale del servizio sanitario nazionale, estendendolo anche ai professori universitari e ricercatori medici che operano nell’assistenza nelle strutture del servizio sanitari nazionale, nonchè nello studio e nella sperimentazione di nuove terapie e nuovi protocolli di cura. “Allo stesso modo – ha chiarito – con questa norma intendiamo corrispondere un ‘premio’ economico anche agli specializzandi del quarto e quinto anno delle scuole di specializzazione delle due università venete, che hanno operato e stanno operando a fianco dei medici e degli operatori sanitari delle strutture sanitarie del Veneto. Limitiamo il riconoscimento del bonus agli specializzandi degli ultimi due anni, che secondo la normativa nazionale sono contrattualizzabili”.

Le risorse previste, pari a un milione e 344 mila euro per 519 universitari in assistenza e 727 specializzandi, saranno attinte in parte dal fondo sanitario per i Lea e in parte dalle donazioni ricevute dalla Regione da privati ed enti per l’emergenza Covid”