(di Gianni De Paoli) C’è qualcosa che non funziona nel controllo dei Servizi Sociali sugli abusi sui minori e nella verifica dell’adeguatezza dei genitori a svolgere il loro ruolo. Non si deve fare d’ogni erba un fascio. Ci sono i Servizi che funzionano bene, ma troppe volte bambini sono stati massacrati, seviziati o uccisi da uno o entrambi i genitori o dal convivente senza che i Servizi Sociali fossero intervenuti pur essendo al corrente di certe situazioni. Oppure in altri casi sono intervenuti a sproposito innescando quelle procedure che poi hanno portato all’allontanamento ingiustificato dei figli dalle loro famiglie, che in realtà potevano essere aiutate, diversamente e senza il relativo trauma, a risolvere qualche criticità.
L’argomento, quando ci sono di mezzo i bambini, è delicato e va maneggiato con cura. Non ha senso la speculazione politica – vedi Bibbiano- né è giustificabile la difesa preconcetta del cosiddetto ordine costituito, perché quando le istituzioni ed i magistrati sbagliano, non solo gli errori vanno denunciati e corretti ma, come ci dice l’avvocato veronese Cristina Franceschini, specializzata in separazioni e divorzi ma soprattutto nella difesa dei diritti dei minori, “ bisogna mettere mano ad un sistema che così com’è si presta ad abusi ed ingiustizie.
“L’attuale sistema degli affidi dei minori alle case-famiglia o a comunità terapeutiche o educative si basa su un meccanismo che si presta all’arbitrio – spiega l’avv. Franceschini– perché spesso le relazioni degli assistenti sociali sono viziate dalla soggettività del giudizio e non si basano su prove certe. Ovviamente – precisa – non voglio generalizzare né gettare la croce sulle spalle dei Servizi Sociali che moltissime volte svolgono un’attività egregia, ma è il sistema che non funziona e va riformato”.
“Da molti anni- continua – mi occupo di abusi sui minori che, si badi bene, non consistono solo nel maltrattamenti all’interno della famiglia, ma anche nel loro sradicamento senza un valido motivo dall’ambiente famigliare per finire in una comunità.”
L’avvocato Franceschini si batte da anni per una riforma del sistema che, come tutte le riforme, non si farà mai se la società e le istituzioni non sono sensibilizzate sull’argomento. Ed è quello che sta facendo con interviste, convegni, con audizioni presso la Commissione Parlamentare per l’Infanzia, presso altre istituzioni e con i Garanti dell’Infanzia nazionali. Il 12 novembre scorso è uscito anche un suo libro sul tema.