L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite effettuate attraverso le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete in Italia nel primo semestre del 2020. Dallo studio è emerso che il 16,8% degli acquisti è stato concluso da investitori; il quadro è completato dal 77,6% di compravendite di prima casa e dal 5,6% di case vacanza.
Dopo anni di crescita si registra un ribasso della percentuale di acquisti per investimento, che nel 2018 e nel 2019 aveva raggiunto picchi del 17,9%, mentre ora è scesa al 16,8%, attestandosi ai livelli del 2016. La lieve frenata è legata all’incertezza generata dall’emergenza sanitaria in corso che ha rallentato sia le compravendite di tipologie da mettere in affitto sia gli acquisti di soluzioni per realizzare B&B ed affittacamere. La tipologia più compravenduta da chi vuole mettere a reddito è il bilocale con il 35,0% delle preferenze, a seguire i trilocali (28,2%). Anche nel primo semestre del 2019 si registravano percentuali simili. Nel primo semestre del 2020 il rendimento annuo lordo nelle grandi città si attesta sul 5,1%, in leggera crescita rispetto al primo ed al secondo semestre del 2019 quando si fermava al 5,0%.
Focalizzando l’attenzione su chi ha comprato per mettere a reddito, si registra che il 30,2% degli investitori ha un’età compresa tra 45 e 54 anni, seguiti dai soggetti tra 35 e 44 anni (22,7%) e da coloro con età compresa tra 55 e 64 anni (22,2%).
Buona parte degli acquisti per investimento si conclude senza l’ausilio degli istituti di credito (81,7%), mentre solo il 18,3% degli investitori ricorre al mutuo bancario, percentuale comunque in crescita rispetto ad un anno fa quando si fermava al 15,7%.
Il 75,2% degli investitori sono coppie e coppie con figli, mentre il 24,8% è single (celibi/nubili, separati, divorziati e vedovi). In lieve calo, rispetto al primo semestre del 2019, la percentuale di investitori single che si attestava al 25,5% contro il 24,8% attuale. A comprare per investimento sono soprattutto lavoratori dipendenti (41,9%), imprenditori e liberi professionisti (40,2%) e a seguire i pensionati con il 9,4%.