L’archivio privato di Mario Rigoni Stern è stato donato alla Città di Asiago da parte della famiglia, la moglie Anna e i figli Ignazio, Gianni e Alberico. L’archivio privato era stato dichiarato d’interesse storico particolarmente importante il 14 giugno 2017 dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica per il Veneto e per il Trentino Alto Adige.

Un grande lavoro di censimento analitico, svoltosi nel corso del 2019, ha portato alla scoperta di preziose testimonianze riguardanti la vita e il lavoro dello scrittore, tra i più importanti narratori del ‘900. Lo studio di Rigoni Stern, che ha il valore di essere ancora nello stato in cui lo ha lasciato lo scrittore, ha ‘regalato’ moltissime sorprese. Nei sette cassetti della cassettiera antica sono presenti documenti e fotografie della propria famiglia e della vecchia Asiago testimoniata da volumi storici e fotografie d’epoca; sono state trovate le lettere di Primo Levi e le poesie originali di Levi “A Mario e Nuto” e quella dedicata alla moglie Anna Rigoni. All’interno della cassetta militare, ci sono le lettere dal 1938 al 1943, quaderni utilizzati per le minute, grazie ai quali è possibile quindi ricostruire un carteggio e anche piccoli racconti giovanili, una delle scoperte più suggestive emerse durante il lavoro di archiviazione.

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Tra la corrispondenza, c’è la posta militare dal 1939 al 1945, compresa quella dal campo di concentramento a Präblich inviata e ricevuta dai genitori; le agendine del 1939, 1940, 1942 tutte fitte di appunti e i quaderni rigorosamente scritti da entrambi i versi.

In una scatola in latta etichettata “Manoscritti vari” sono conservati 19 quaderni manoscritti dal 1942 al 1980 contenenti minute di lettere, racconti e memorie e 36 testi manoscritti e dattiloscritti tutti da analizzare. Tra questi anche un tentativo di riscrittura del Sergente partendo prima del Caposaldo, ma interrotta alla 13° pagina come Rigoni Stern scrive nel biglietto allegato al testo e racconti probabilmente inediti che lui intitola “Sogno di una notte d’inverno e “Sogno di Rodolfo” entrambi del 1950. Sono stati contati 1133 articoli scritti, di cui 710 solo per La Stampa, conservati in 19 faldoni.

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Anche la corrispondenza è consistente e molto diversificata per tipologia di mittente: dal lettore affezionato ad intellettuali illustri ed amici di vita e di lettere, c’è anche la corrispondenza con le case editrici, specialmente quella con Einaudi.

Sottolinea Alberico Rigoni Stern, figlio dello scrittore: « Come familiari di Mario Rigoni Stern ci siamo resi conto dell’importanza e della notevole consistenza del suo archivio quando abbiamo cercato di “metter a posto le sue carte”.  È emersa una grande quantità di manoscritti, dattiloscritti, corrispondenze, articoli ed altro vario materiale. Abbiamo trovato, con stupore, anche prove di scrittura di quando era poco più di un ragazzo. Tante cose che consentono di ricostruire la sua vocazione di narratore, come amava definirsi, e la sua vita. Tutto ciò non poteva, anche secondo il suo desiderio, rimanere solo nella disponibilità dei suoi discendenti, ma doveva essere messo a disposizione di tutti coloro che sono interessati alla sua opera. Per questo ci siamo risolti di donare al Comune di Asiago, alla sua biblioteca, tutto l’archivio. Per chi lo consulterà sarà l’occasione per comprendere quanti e quali legami avesse con il mondo della cultura, per capire come si originassero e da dove trovasse ispirazione per i suoi scritti, per intendere il suo amore per le montagne e la sua terra».