(di Marco Danieli) “Il Veneto – ha esordito Zaia nella conferenza stampa di oggi – rimane in zona gialla, ma comportiamoci come se fossimo in zona rossa”. E’ l’unico modo per andarne fuori. E quasi in automatico è scattato l’appello ai Veneti ad attuare tutti quei comportamenti, dall’uso “ossessivo della mascherina” al lavaggio delle mai al distanziamento personale, finalizzati a combattere il contagio. La macchina della sanità funziona, ma senza la collaborazione di tutti, non basta.
“Noi siamo in area grigia – ha spiegato – che è la più brutta, perché è a mezza via fra in nero e il sole. E noi vogliamo vedere i raggi del sole!”
Nelle ultime 24 ore i positivi sono aumentati di 3.570. I Veneti in isolamento sono 39.157. I ricoverati attuali sono 2.321con un aumento di 27 rispetto a ieri. Da tenere presente che in totale ci sono 2612 letti occupati da pazienti Covid, mentre ce ne sono più di 8.000 no-Covid. In terapia intensiva ci sono 300 persone. Da tenere presente che nei reparti intensivi ci sono altrettanti ricoverati no-covid per traumi e altre patologie acute per un totale di 600 letti occupati. Zaia ha ricordato che nel giro di 36 ore il Vento è in grado di far funzionare 1.000 letti totali di terapia intensiva. I morti totali sono 3190, di cui 67 deceduti ieri.
Insomma, la macchina della sanità veneta continua funzionare ed anche l’indice di contagio, il famoso RT, molto complicato da calcolare, è in calo.
“Ma bisogna stare attenti – ha avvisato il Governatore- perché ci sono però tre realtà, Verona, Vicenza e Venezia, le uniche tre province che hanno ancora un trend crescente” Quindi non bisogna abbassare la guardia.
“Inutile che mi veniate a dire che cosa faremo a Natale – ha concluso- Ci dobbiamo comportare in maniera tale che a Natale si possa fare il pranzo in famiglia, ma no cenoni o cose del genere.”