(di Giulio Bendfeldt) Il nostro collaboratore Angelo Paratico ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria della IX edizione del Premio letterario Città di Ladispoli con il suo romanzo intitolato La Settima Fata edito dalla Casa Editrice Gingko Edizioni di Verona. Si tratta della trasposizione in chiave moderna di un’antichissima favola cinese. La storia viene narrata da un vecchio reporter, che scrive nel giugno del 2047, durante i giorni del definitivo passaggio alla Cina della ex colonia britannica di Hong Kong.
La prima edizione di questo libro, limitata a 200 copie, uscì nel 2017 a Hong Kong, in lingua inglese. Chiediamo direttamente all’autore che successe dopo la sua pubblicazione: «Dopo che l’editore mi fece avere un certo numero di copie organizzai un lancio presso una delle principali librerie di Hong Kong, la Bookazine e un’intervista alla radio di Hong Kong, la RHT3 nella rubrica Morning Coffee condotta da Phil Whelan.I n quei giorni avevo il check up annuale da fare e per l’impegnativa sanitaria andai dal mio vecchio medico condotto cinese, il dottor Terence Ho che per hobby suona il violino ed è un grande appassionato del Rinascimento italiano. Gli feci omaggio di una copia del mio libro e poi tornai a lavorare.
La mattina del giorno successivo mi chiamò al telefono, era molto agitato e mi consigliò di ritirare tutte le copie e di cancellare la presentazione. Gli chiesi per quale motivo lo dovevo fare. Lui mi disse che lo aveva letto quella notte, bello ma come mio medico doveva prendersi cura della mia salute, e io non mi rendevo conto dei pericoli che stavo correndo. Stavo divulgando dei segreti di stato e parlavo troppo liberamente del presidente Xi Jinping e della sua famiglia, questo non viene tollerato in Cina. Mi disse che la Cina attuale assomiglia al libro 1984 di Orwell. Rischiavo di trovarmi coinvolto in un dramma kafkiano ed essere accusato di istigazione all’assassinio del capo dello Stato.
Per convincermi, aggiunse anche che io stesso gli avevo raccontato di quel italiano, si chiamava Riva, che finì fucilato a Pechino perché teneva in casa un grosso bossolo d’artiglieria, che usava come portaombrelli. Certo, gli dissi che ricordavo bene l’episodio, accadde subito dopo che i comunisti salirono al potere, e i suoi discendenti abitano ancora in Valpolicella. Ma, obiettai, la Cina è cambiata e mi sento al sicuro a Hong Kong. Lui dissentì e aggiunse che qualche mese prima gli avevo accennato al fatto che mio figlio, Gino, lavora in Cina, era ancora là? Accidenti, non ci avevo pensato, mio figlio lavorava a Dongguan in Cina. Ecco, in quel momento mi venne la pelle d’oca e mi resi conto dei pericoli che correva. Mettere lui a repentaglio per un romanzo non era un’azione da buon padre. Ritirai tutto, distrussi le copie già stampate, cancellai l’intervista e mi scusai con il Console d’Italia, Antonello de Riu e tutti gli amici che avevo invitato.
A distanza di due anni, con mio figlio impiegato a Brescia, mi son detto che la storia mi pareva comunque carina e meritevole di venir tradotta in italiano e poi stampata. Un regista romano sta anche pensando a una riduzione cinematografica, ma i soldi mancano e se son rose fioriranno».
Il libro del nostro Angelo Paratico, La Settima Fata si trova nelle librerie di Verona e una presentazione era stata tenuta, prima del Covid19, presso alla libreria Il Minotauro in Via Cappello. Anche in quella occasione non mancarono i momenti di tensione. Due cinesi presenti all’incontro cominciarono a riprendere con una telecamera le parole di Angelo e di padre Gianni Criveller, un missionario del PIME che era stato espulso dalla Cina, e che era espressamente venuto a Verona per intervenire alla presentazione.