(di Gianni De Paoli) Ve la ricordate la guerra del Viet Nam? O quanto meno, se siete nati dopo, ne avrete sentito parlare. Fra il 1965 e il 1975 vi sono morti 50 mila soldati americani. Negli States è stata dirompente, ha innescato la contestazione globale, ha messo in crisi l’establishment, ha ispirato libri, canzoni, film tanto che ancora oggi se ne parla. Ebbene, in Italia con il Covid abbiamo superato i 50 mila morti, tanti quanti i soldati americani caduti in Viet Nam in dieci anni di guerra. Non è spaventoso?
Eppure ci sono ancora quelli che negano l’esistenza del Covid, che dicono che è una manovra dei poteri forti per toglierci la libertà. Ora, che qualche potere dalla pandemia si sia avvantaggiato e che magari qualcuno ci marci potrà anche essere. Nelle guerre e nei momenti di crisi capita sempre. Ma che il virus non esista o che sia una banale influenza, beh questa è una bestialità che rasenta la follia. Se qualcuno che ci sta leggendo è fra costoro, che parli con qualche medico o qualche infermiere che cura i malati Covid in ospedale. Faccia quattro chiacchiere con loro. E’ una malattia tremenda. E anche quelli che non finiscono in rianimazione, quelli in terapia non intensiva non è che stiano lì a leggersi il giornale in attesa che passi: hanno la mascherina dell’ossigeno o il caschetto, che ti salva la vita ma che è una vera tortura.
E il personale sanitario, bardato con tute, maschere, visiere che non lasciano traspirare e che non può neanche andare a fare la pipì? E quelli che muoiono senza neanche poter vedere la moglie, i figli? Questo è oggi il Covid. E allora chissenefrega di quelli che vogliono andare a sciare, di quelli che vogliono fare le vacanze di Natale, il cenone, il pranzo. Di fronte al disastro che stiamo vivendo sono solo delle stronzate!