(di Roberto Gallo) Gli Antichi insegnavano che “In medio stat Virtus”. Virtus, dunque, non Veritas, come qualcuno, facendo confusione – magari volontariamente – sostiene che la Verità “sta nel mezzo”. La Verità, insegnava Aristotele, sta da una sola parte.
In tema di Covid-19 anche i numeri, gli algoritmi, hanno dato prova che la pretesa scientificità dei dati è, appunto, una pretesa. Si dovrebbe dunque aprire una seria riflessione sulla Scienza ed i suoi discepoli, soprattutto su questi ultimi.
Ecco perché parlare di Vietnam, di disastro, di apocalissi virulenta, è non solo pretestuoso ma, soprattutto, fonte di ansia per coloro che sono i più deboli, per malattia, per anzianità o altro. Va evitato il sensazionalismo, non fosse altro per rispetto. Un dato è inequivocabile: il numero dei morti.
Inutile aprire la querelle che sono stati registrati morti di altre patologie, cioè soggetti “con” il Covid-19. Lo vedremo presto, dal numero totale delle morti per le altre patologie.
Infatti, se un deceduto per altra causa (es. infarto) è stato registrato come “per Covid” , vorrà dire che le patologie coronariche sono in via di diminuzione…
L’ISTAT, intanto, ci comunica che il numero dei morti per influenza (il Covid è un virus influenzale) sono state:
Anno 2018, 16.220
Anno 2019, 15.189
Anno 2020, 12.352.
I prossimi anni ci diranno cosa, in realtà, è accaduto e cosa sta accadendo; con un augurio, che si segua l’antico motto che vale ripetere: In medio stat Virtus”.