La grande holding autostradale del Nordest sta nascendo, e il suo incubatore sta in un emendamento alla legge di bilancio che autorizza la trasformazione dell’oggetto societario di CAV – la Concessioni Autostradali Venete – di proprietà 50-50 della Regione Veneto e dell’Anas, ovvero della società statale (oggi nel gruppo Ferrovie dello Stato) che dal 1928 si occupa della dotazione infrastrutturale del Paese.  CAV oggi gestisce “solamente” il passante di Mestre, la tangenziale di Mestre, il tratto della A4 da Padova a Venezia: realizza 151 milioni di fatturato, ha un patrimonio netto di 168 ed un margine operativo lordo di quasi 100.

«CAV è un “tesoretto”, è un modello a livello nazionale – spiega Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto ed assessore alle infrastrutture. A lei il compito di realizzare il “sogno” di Luca Zaia di una grande holding autostradale del Nordest, partendo da quanto già oggi la Regione possiede in termini di partecipazioni societarie, come evidenzia il grafico, ed alla Settimana veronese della Finanza, De Berti ne spiega le tappe: «Stiamo mettendo le basi affinché nel Veneto tutti gli utili del sistema autostradale vadano a finanziare l’aggiornamento delle nostre infrastrutture.  Siamo partiti dalla CAV che è stata istituita per legge nel 2007; risolti i problemi sulla destinazione degli utili (nel recente passato l’Anas aveva avanzato delle riserve sul loro utilizzo esclusivo da parte della Regione) abbiamo concordato col Ministero dei trasporti sulla necessità di trasformare la CAV da semplice gestore attuale di una concessione limitata, con scadenza fissata al 2032, in una concessionaria vera e propria, così da poter ampliare di altri 30 anni la concessione sulla tratta attuale e dar avvio ad un piano di investimenti, già iscritto nel conto economico -finanziario, per 1,2 miliardi: lavori indispensabili come il pane in questa fase congiunturale. Il Ministero ha dato il suo okay venti giorni fa per modificare la legge istitutiva.

Il nostro modello è quello di Autovie Venete e AutoBrennero: ovvero la volontà politica del territorio di dotarsi e di gestire un’infrastruttura strategica per lo sviluppo. CAV non ha soci privati da liquidare, è interamente pubblica. Abbiamo insomma la strada in discesa. Quindi, primo passo: aggiornamento legge istitutiva; poi, rinnovo della concessione;  e infine  CAV si propone a raccogliere tutte le concessioni che andranno in scadenza nel Veneto che non sono pubbliche. Il passo successivo è la grande holding triveneta. CAV  rappresenta le fondamenta di questo grande progetto».