(di Gianni De Paoli) Non che il numero conti. Che ne ammazzi uno o dieci sei sempre un assassino. Ma lui di donne ne ha ammazzate sei, una dietro l’altra, ne ha smembrato i cadaveri e li ha seppelliti nel suo podere. Così, per divertimento, durante dei giochi erotici. I più giovani forse ne avranno solo sentito parlare, ma la vicenda di Gianfranco Stevanin, il giovane di Terrazzo, vicino a Legnago, che nel 1994 uccise sei prostitute fece parlare tutt’Italia per la sua crudeltà. La settima se la cavò per un pelo fuggendo, denunciandolo e provocandone l’arresto. Condannato all’ergastolo in via definitiva, adesso, dopo 26 anni di carcere Stevanin, che ha sessant’anni ed ha davanti a sé ancora un pezzo di vita da vivere a differenza delle sue vittime, chiede di uscire. Lo ha fatto in un’intervista sulla “Nove” trasmessa domenica sera. S’è detto cambiato, ma non è parso pentito. Sempre piuttosto freddo, ha attribuito i suoi omicidi a degli eventi indipendenti dalla propria volontà. Come dire: che cosa ci posso fare se mi sono morte, mica posso farle tornare in vita! E allora a che cosa serve pentirsi? Ed è tornato a tirare in ballo quella botta in testa presa da ragazzino che lo avrebbe reso “incapace di intendere e di volere”. Ma i giudici per fortuna non l’hanno ritenuto tale. D’altra parte la malvagità esiste. Perciò esistono i delinquenti e gli assassini come lui. 

E’ giusto che Stevanin sia libero? Se la pena è l’ergastolo perché deve uscire?  Tra l’altro la giornalista veronese Alessandra Vaccari ha raccontato che un suo compagno di cella aveva ricevuto da parte di Stevanin l’offerta di 25 milioni da dare ad un killer per ucciderla per punirla del fatto che all’epoca aveva scritto della sua vicenda

Di più. E’ giusto che un assassino venga mantenuto a vita senza fare un cazzo dalla mattina alla sera? Perché i cittadini onesti devono essere stati condannati a pagare per lui 138 euro al giorno? In 26 anni per mantenere il signor Stevanin abbiamo pagato un totale di 1 milione 309 mila 620 euro. E altri dovremo continuare a pagarne. E poi non ci sono i soldi abbastanza per la sanità e per i disoccupati? Lui dice che oggi è un’altra persona. Appunto. Un’altra persona. E così dicendo porta acqua alla tesi della pena di morte.